Marco Ponti, il regista di La bella stagione, ricorda Luca Vialli in una intervista a Repubblica. “Entrai di corsa nella sua vita, e lui mi chiese: ‘Siamo di fretta o abbiamo tempo?’. Gli risposi che avevamo tutto il tempo del mondo. ‘Bene, perché ho tante cose da dirti’, disse Luca, ‘Tu ascolta, e custodisci’. Cominciò così”. Tra i due nacque, oltre che un rapporto di lavoro, anche una bella amicizia.
“Qualunque momento vissuto con lui, lo associo sempre alla gioia”, ha ammesso. L’ex calciatore, nonostante ciò, in quel periodo, era già malato. “Durante le riprese non era mai stanco, mai distratto. Mai rapito da altri pensieri, e dire che ne aveva, e quanti. Invece, nella post produzione peggiorò, stava molto male. Però il film lo presentammo ugualmente insieme, a Torino e a Genova, un mese prima che Vialli morisse. Lui lo chiamava ‘il nostro film’, ne era davvero contento. Un gioco di squadra, la sua grande arte”.
Marco Ponti, il regista di Luca Vialli racconta l’ultima sera con l’ex calciatore
Il ricordo dell’ultima volta che Marco Ponti incontrò Luca Vialli è ancora vivido nella sua mente. “Luca aveva organizzato tutto per il compleanno di Mancini: il locale, la torta, il karaoke, i poster. C’erano gli amici, e lui voleva che ogni cosa fosse perfetta. Era stanchissimo. A un certo punto, senza dire nulla a nessuno, se ne andò. Ci scrisse un messaggio su WhatsApp: ‘Vi divertivate così tanto che non ho voluto disturbarvi’. Scrisse anche che se ne andava a casa, e poi a Londra. Era di domenica sera. Il lunedì rientrò in Inghilterra, il mercoledì lo ricoverarono in ospedale, dove morì”, ha raccontato.
Non fu, dunque, un’uscita di scena da protagonista. “Luca fu bravissimo ad evitare l’addio, aveva simili delicatezze. Ha costruito un addio senza dirci addio. Però Roberto si accorse che Luca se ne stava andando dal ristorante e fece in tempo a uscire per salutarlo. Poi lo avrebbe raggiunto a Londra. Noi non avevamo capito, eravamo convinti che si sarebbe ripreso anche stavolta”, ha concluso il regista.