Reduce dall’ottimo riscontro per la sua “Billy Blu” al Festival di Sanremo 2020, Marco Sentieri si è raccontato a tutto tondo a Vieni da me. «Io son tornato ieri a casa per salutare moglie e figli, non l’ho ancora vissuta del tutto: mi mancavano da morire, sono rimasto a casa a spupazzarmeli», ha rivelato l’artista, che è tornato sul bellissimo brano presentato all’Ariston nella categoria Nuove proposte: «La favola di Billy è quella di un ragazzo che riesce a perdonare il suo bullo e dargli una mano, la persona disagiata era il bullo e non Billy: il testo ci fa capire che bulli non si nasce ma ci si diventa». Ed a proposito del bullismo ha spiegato: «E’ un tema a cui tengo molto, perché sono padre ma non solo: crescendo ho scavato nei miei ricordi e mi è venuto in mente ciò che ho subito io alle elementari. Ero un po’ più paffutello, ero un po’ goffo e venivo preso in giro per i miei difetti fisici e per il mio accento. Vengo da un paese che amo tantissimo ma che è indubbiamente non facilissimo, c’era una sorta di abuso: ero quello un po’ più timido e subivo questa cosa».
MARCO SENTIERI A VIENI DA ME
«Molte cose le sto ricavando adesso, è una parte della mia vita che avevo messo da parte: ora ricordo tutte quelle cose che ci sono state», ha aggiunto Marco Sentieri a Vieni da me, ricordando gli atti di bullismo di una maestra alle elementari: «Era un po’ una maestra pazzoide, ricordo che per metterci in castigo ci diceva di abbassarci i pantaloni per vergognarci. Era un po’ particolare, sì». L’artista ha poi messo in risalto: «Mi sfottevano anche per la musica, non era come adesso: dicevano “ma che devi fare, fagli imparare un mestiere”, “non si vive di musica”. Fortunatamente i miei genitori mi hanno sempre sostenuto, io sono l’unico della mia dinastia che sta provando a vivere di musica». Infine, sui suoi figli: «Sono la cosa più importante e preziosa della mia vita, sarei pronto a rinunciare tutto per loro: sono anche mammo, quando sono a casa mi prendo io cura di loro».