Marco Tardelli, ex allenatore e storico campione del mondo con l’Italia nel 1982, ha rilasciato una bella intervista ai microfoni del quotidiano Il Messaggero, in cui ha svelato alcuni aneddoti del suo passato da calciatore. Si parla del suo storico flirt con Moana Pozzi, attrice hard, datato 1983. Si mormora che durante un ritiro lei prese la stanza nello stesso albergo della squadra, e che per raggiungerla Marco Tardelli rimase bloccato fuori dopo aver usato le scale antincendio, costretto quindi a salire sul tetto: «Ne ho vissute altre di situazioni così? Non mi sembra. Moana comunque era bellissima».



Fu il periodo in cui litigò con Gianni Brera, storico giornalista sportivo, che in un articolo aveva scritto: “Tardelli ha le ruote sgonfie”. «È vero. Venivo da un’annata difficile e Brera mi castigava sempre. Lui mi piaceva, raccontava benissimo il calcio e i suoi protagonisti, e in quel caso esagerai: volarono parole grosse». Marco Tardelli è riuscito ad alzare al cielo la coppa che ogni calciatore sogna, ma le sue ambizioni quando era un ragazzino non erano così alte: «Io volevo solo giocare nel Pisa – svela – la squadra della città, perché così in vista avrei potuto agganciare qualche ragazza in più».



MARCO TARDELLI: “CON MANCINI A NEW YORK NEL 1984…”

Un curioso aneddoto riguardante Roberto Mancini: «Nel 1984 lui venne convocato per la prima volta in Nazionale per un’amichevole a New York. La sera prima della partita, dopo la cena, io e gli altri “vecchi” decidemmo di uscire, lui si aggregò, tornammo alle 5 del mattino e Bearzot scoprì tutto. A lui disse: “Mancini, lei con la Nazionale ha chiuso”. E così fu. Il Mister in realtà aspettava solo una sua telefonata di scuse, ma Mancini per orgoglio non lo chiamò mai. Vabbè, quella sera andammo anche a ballare allo Studio 54… Diciamo che fu una serata di divertimento in giro per la città… Eravamo a New York, eravamo giovani».



Marco Tardelli si è sempre dichiarato di sinistra, precisamente comunista: «Anche oggi? Certo. Sono sempre fedele a quelle idee anche se dirlo oggi sembra anacronista. Diciamo che sono sempre di sinistra, anche se oggi nessuno mi rappresenta». Chiusura dedicata alla preghiera: «Mi è capitato di farlo per qualche partita, quando avevo tanta voglia di vincere. Sarà che ho fatto il chierichetto, che mio padre era democristiano… Non so se ci credevo tanto, ma di sicuro cercavo qualcuno che mi desse una mano».