Marco Travaglio è un ex alpino. È proprio il direttore del Fatto Quotidiano a parlarne. Lo ha rispondendo ad un lettore che aveva scritto al giornale esprimendo alcune perplessità riguardo i casi di molestie denunciate da alcune ragazze durante il raduno degli alpini a Rimini. «Caro Antonio, anch’io sono un ex alpino», la premessa del giornalista, che poi ha proseguito scrivendo «ma credo che molte di quelle denunce siano purtroppo fondate». Questa la risposta alla lettera vergata dal signor Antonio Bargan, a cui «riesce difficile credere ciò che viene raccontato da tante ragazze su quanto è accaduto a Rimini».
L’ex alpino si dice, quindi, infastidito dalle accuse, definite «trancianti e umilianti», poi ricorda la tradizione del corpo e gli enormi sacrifici fatti in Russia, Grecia e Albania durante il primo Novecento, ma anche oggi, ogni volta che ce n’è bisogno. «Possibile che con centinaia di raduni annuali (di sezione e/o di gruppo) non ci sia mai stato alcunché da dire sui toni scherzosi e amicali che li hanno contraddistinti?», ha concluso il lettore nella sua lettera.
GLI ATTACCHI DI TRAVAGLIO AGLI ALPINI
La risposta di Marco Travaglio è stata secca e concisa. Si è limitato a dire che, conoscendo gli alpini, visto che lui ne ha fatto parte, non metterebbe la mano sul fuoco riguardo il fatto che questi episodi siano stati ingigantiti, senza soffermarsi sulle altre osservazioni fatte dal suo lettore. In realtà, non è proprio una novità quella della “rivelazione” di Marco Travaglio, perché lo scorso aprile il direttore del Fatto Quotidiano si era già definito ex alpino. In quel caso lo aveva fatto per sferrare un attacco al generale Francesco Paolo Figliuolo, all’epoca commissario per l’emergenza Covid, uno degli alpini più famosi d’Italia.
Nell’aprile 2021 lo criticava quando prometteva 8 milioni di somministrazioni di vaccini al mese per raggiungere la soglia di mezzo milione al giorno. Alla fine Figliuolo quell’obiettivo lo ha raggiunto davvero. Vien da chiedersi, allora, se Travaglio non abbia qualche conto in sospeso con gli alpini, visto che qualche giorno prima aveva pubblicato in prima pagina sul Fatto Quotidiano una vignetta in cui si scimmiottava “Blade Runner” e si usava la didascalia “Blade Runner alpino”.