Pur continuando a difendere strenuamente il premier Giuseppe Conte, Marco Travaglio si schiera tra coloro che criticano le nuove misure introdotte dal governo. “Noi non siamo d’accordo con lui sull’ultimo Dpcm”, ha scritto il direttore del Fatto Quotidiano nel suo editoriale odierno. Riconosce al premier l’uso di parole e toni giusti, ma ammette anche che c’è stato un “cedimento all’ala più isterica e meno riflessiva del governo e della maggioranza”. La presa di posizione di Travaglio contro il nuovo Dpcm è netta. Parla infatti di una “babele cacofonica delle mille istituzioni” che vi hanno messo mano e definisce il nuovo Dpcm quello “meno coerente e razionale”. Tutti contrari su tutto, col risultato di un “patchwork di norme e raccomandazioni che mescola misure utili e sacrosante ad altre inutili e deprimenti”. Queste ultime, peraltro, secondo Travaglio stonano con le dichiarazioni rese da Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e membro del Comitato tecnico scientifico.



TRAVAGLIO CONTRO NUOVO DPCM: “CHIUSURE INCOMPRENSIBILI”

Se la situazione non è allarmante, come dichiarato dal professor Locatelli, allora perché sono state introdotte chiusure? Marco Travaglio, dunque, si chiede sul Fatto Quotidiano come mai non siano all’ordine del giorno nuove zone rosse nei capoluoghi e nelle altre aree più “compromesse” di Lombardia, Piemonte e Campania, dove si superano i parametri fissati dal Ministero della Salute per i lockdown locali. “Ma si comprende ancor meno è la chiusura 24 ore su 24 di cinema e teatri, cioè i luoghi più sicuri dopo il deserto del Sahara, dove non risultano focolai per il rigoroso distanziamento dei posti assegni”, scrive il direttore del Fatto Quotidiano. A tal proposito, ritiene sarebbe stato meglio lasciarli aperti fino alle 18, consentendo proiezioni mattutine e pomeridiane. E stranamente risulta convergere con le dichiarazioni di Franco Bechis, direttore de Il Tempo, il quale ha duramente attaccato le chiusure alle 18 di bar e ristoranti che, come palestre e piscine, avevano investito denaro per adeguarsi ai protocolli di sicurezza.



Per Marco Travaglio, dunque, il nuovo Dpcm potrebbe provocare l’effetto opposto. Spingere le persone a ritrovarsi a casa incrementando contatti e potenziali contagi. “Molti organizzeranno aperitivi, cene, serate e festicciole fra amici, infischiandosene delle “raccomandazioni” del Dpcm, e proprio nel luogo meno controllabile di tutti: le quattro mura domestiche”. Bar e ristoranti, controllabili e a norma di protocolli, sono per il direttore del Fatto Quotidiano luoghi più sicuri delle proprie abitazioni. Ed è anche quello che ripetono i ristoratori in piazza.

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