Mamma Marina torna a parlare ai microfoni di Quarto Grado e a chiedere giustizia per Marco Vannini, il figlio ucciso mentre si trovava in casa della fidanzata Martina. Intervistata dalla trasmissione di Rete 4, la donna ha detto cosa si aspetta dalla Cassazione, che emetterà il suo verdetto il prossimo 7 febbraio. Questa è la data che la famiglia Vannini attende con ansia da tempo: “Cosa mi aspetto? E’ una bella domanda. Io quello che mi aspetto è che si celebri un processo più preciso. Perché finora i giudici che ci sono stati, sia in primo grado e soprattutto poi in secondo grado, non hanno letto le carte bene. Quindi io mi aspetto che loro (i giudici, ndr) si soffermino un attimino e leggano le carte nel giusto modo e che Marco abbia giustizia anche se – aggiunge amara – prima ci credevo nella giustizia, adesso ci spero”. (agg. di Dario D’Angelo)
MARCO VANNINI, I DUBBI SU ANTONIO CIONTOLI
Nel giallo sulla morte di Marco Vannini restano ancora troppi tasselli mancanti. Con l’avvicinarsi della Cassazione, che potrebbe chiudere il capitolo giudiziario che vede protagonisti Antonio Ciontoli e la sua famiglia, emergono sempre di più nuovi documenti ed intercettazioni finora mai emersi. A tornare sulla vicenda è anche questa settimana la trasmissione Quarto Grado, dopo aver accolto la testimonianza di Davide Vannicola, l’artigiano che ha confermato l’ipotesi secondo la quale a sparare a Marco non sarebbe stato Antonio Ciontoli bensì il figlio Federico, fratello dell’allora fidanzata Martina. Alle intercettazioni più o meno note relative alle ore successive al delitto Vannini avvenuto nella notte tra il 17 ed il 18 maggio 2015, emergono ora anche gli audio di telefonate ritenute fino ad oggi materiale “non rilevante” ma delle quali Il Fatto Quotidiano ha pubblicato le trascrizioni. A saltare all’occhio è in primo luogo la grande solidarietà manifestata dai colleghi di Ciontoli dopo la morte del giovane 20enne. E’ il primo tentativo messo in atto per proteggere Antonio dalle accuse ed indirizzare l’inchiesta a suo favore? In quelle telefonate è proprio Antonio a chiedere aiuto: “Statemi vicino”, pronunciando frasi lasciate a metà: “Cercate…”. “Non sei solo”, sono le parole dei colleghi, che invitano a “quella prudenza che tu conosci”.
OMICIDIO MARCO VANNINI: INTERCETTAZIONI E NUOVI MISTERI
Tra le altre intercettazioni successive alla morte di Marco Vannini e che in tanti hanno considerato clamorose, c’è anche quella tra Viola Giorgini, fidanzata di Federico Ciontoli e un’amica. A quest’ultima la ragazza dice che le pistole sarebbero rimaste “appoggiate sul divano” per tutto il giorno. Parole che andrebbero a smentire le dichiarazioni della famiglia Ciontoli, secondo la quale le armi erano ben custodite nel bagno di casa (dove Marco fu raggiunto dallo sparo). E nella medesima telefonata Viola spiega anche che “Antonio era convinto di averle scaricate tutte, solo una aveva il colpo in canna, ce n’era solo uno”. Ancora incertezze anche sul luogo del delitto: Marco sarebbe davvero stato ferito mentre stava facendo il bagno? Una telefonata tra il padre di Antonio, Salvatore, ed il figlio Mauro lascerebbe dei dubbi: “Ma una cosa, Marco stava nel bagno?”, chiede il genitore, senza però ricevere risposta. C’è infine anche una strana conversazione, quella tra Federico Ciontoli ed uno zio, in cui si fa accenno allo “spruzzo” di un deodorante che richiamerebbe dei brutti ricordi: quali? E soprattutto, avrebbero a che fare, ancora una volta, con la morte misteriosa di Marco Vannini?