Nell’ultima puntata di Quarto Grado sono stati mandati in onda gli audio inediti delle telefonate di antonio Ciontoli con i suoi superiori all’indomani della morte di Marco Vannini. Il reo confesso del delitto del giovane 20enne di Cerveteri chiede direttamente al proprio capo: “Statemi vicino”. L’interrogativo formulato dalla trasmissione condotta da Gianluigi Nuzzi è il seguente: la vicinanza richiesta da Ciontoli è soltanto morale o sfocia in qualcosa di diverso? Intercettato lo stesso giorno, un collega di Ciontoli dice:”Ora serve quella prudenza che tu conosci, che tu sai, ma sappi che non sei da solo, non siete da soli”. Ma è soprattutto un personaggio vicino alla famiglia Ciontoli, un finanziere che chiamano Peppe, a parlare di una richiesta “ufficiale” al Pit, dov’è stato soccorso Marco, per cui serve l’intercessione di amici: cosa vogliono chiedere i Ciontoli? (agg. di Dario D’Angelo)



OMICIDIO MARCO VANNINI, LE DICHIARAZIONI DI DAVIDE VANNICOLA

L’omicidio di Marco Vannini ancora al centro della nuova puntata di Quarto Grado, in onda questa sera su Rete 4. Si accorcia sempre la distanza che separa Antonio Ciontoli, reo confesso del delitto del giovane 20enne di Cerveteri, e la Cassazione, che si esprimerà sulla condanna in Appello a 5 anni di reclusione con l’accusa di omicidio doloso. Al termine del primo grado l’uomo – padre di Martina, all’epoca dei fatti la giovane fidanzata della vittima – era stato condannato a 14 anni di carcere per omicidio volontario, pena poi ridotta in secondo grado. Nell’ambito dell’omicidio del giovane Marco, morto nella notte tra il 17 ed il 18 maggio 2015, di recente la procura di Civitavecchia aveva aperto una nuova inchiesta bis dopo le dichiarazioni di un supertestimone, Davide Vannicola, il quale quattro anni dopo il delitto raccontò degli aspetti legati alla vicenda del tutto inediti e che contribuirono a gettare nuove ombre sulla posizione di Antonio Ciontoli in primis ma anche di coloro che si occuparono delle indagini. Questa sera, proprio Vannicola sarà ospite della trasmissione di Rete 4 per fornire nuovamente la sua versione.



OMICIDIO MARCO VANNINI: LA VERSIONE DI DAVIDE VANNICOLA

Fu Davide Vannicola nei mesi scorsi a coinvolgere nel caso sulla morte di Marco Vannini l’ex maresciallo dei carabinieri di Ladispoli, Roberto Izzo. Secondo il supertestimone, che si definì fino a quel momento amico di Izzo, quest’ultimo lo rese custode di una confidenza su ciò che sarebbe avvenuto la sera del delitto di Marco nella villetta di Ladispoli. “Il maresciallo Izzo mi disse che a sparare fu Federico Ciontoli e non Antonio Ciontoli”, riferì Vannicola alla trasmissione di Italia 1, Le Iene, la stessa alla quale Izzo smentì categoricamente le parole dell’uomo. La procura, tuttavia, volle approfondire, salvo poi decidere nelle passate settimane di archiviare il procedimento contro il militare. Alla luce delle ultime novità sulla vicenda, in attesa di conoscere quali saranno le nuove dichiarazioni del supertestimone, è stato lo stesso artigiano di Tolfa a insinuare retroscena per nulla chiari. Come riferisce Terzobinario.it, Vannicola avrebbe di recente commentato: “Il fascicolo è stato archiviato da 20 giorni e Izzo lo sapeva”. Lo ha riferito ai microfoni di Anna Boiardi per la trasmissione Quarto Grado, aggiungendo: “Tutti i Carabinieri di Ladispoli sanno come sono andate le cose”. Eppure, le accuse gravissime avanzate da Vannicola ad oggi non avrebbero trovato riscontri attendibili nell’ambito dell’inchiesta bis sul caso Marco Vannini. Sin dal principio, di fatto, si era rivelato difficile trovare conferma e prove della presunta confidenza dell’ex comandante Izzo ed ora a complicarsi è proprio la posizione di Vannicola che rischia di essere accusato di calunnia.