Stefano Gentilini, l’automobilista che sostiene di essere stato minacciato da Antonio Ciontoli, torna ad accusare il suocero di Marco Vannini con una testimonianza mandata ieri in onda da Quarto Grado su Rete 4. Secondo l’uomo, infatti, l’episodio in cui il Ciontoli gli ha puntato contro la pistola non sarebbe un caso isolato:”A Ladispoli questo personaggio con cui io ho avuto questa disavventura, Antonio Ciontoli, era un po’ dedito a queste manifestazioni di intolleranza verso le persone. C’è un’altra coppia che ha avuto la stessa disavventura come la mia soltanto per una questione di parcheggio, credo di macchina, all’interno della cittadina di Ladispoli. Se ha puntato anche contro di loro una pistola? Lui o ha fatto vedere quest’arma o l’ha manifestata soltanto, non so se per “goliardia” o per usurpazione di potere, non lo so…Se lui dice che non è vero mi denunci”. (agg. di Dario D’Angelo)
MARCO VANNINI, IL CASO A QUARTO GRADO
Nuovo appuntamento con la trasmissione Quarto Grado e riflettori ancora accesi sulla vicenda di Marco Vannini, il ragazzo ventenne morto tra il 17 ed il 18 maggio 2015 nell’abitazione dell’allora fidanzata Martina Ciontoli, a Ladispoli. Si accorcia sempre di più la distanza tra Antonio Ciontoli, condannato in Appello a soli 5 anni per omicidio colposo ed il terzo grado di giudizio che potrebbe mettere definitivamente la parola fine all’intera vicenda. In attesa che la Cassazione si pronunci il prossimo febbraio, l’attenzione in questo ultimo periodo è stata posta su notevoli altri aspetti che ruotano attorno alla figura dell’assassino reo confesso di Marco Vannini. Di Ciontoli senior si è detto tanto, a partire da una presunta nonché particolare amicizia con Roberto Izzo, ex maresciallo dei carabinieri di Ladispoli all’epoca dei fatti. Secondo il testimone ed ormai ex amico di Izzo, Davide Vannicola, proprio il militare sarebbe custode di una telefonata ricevuta da Ciontoli la sera dell’omicidio di Marco Vannini, nella quale gli avrebbe detto: “Hanno fatto un guaio grosso, mi devi aiutare, c’è il ragazzo di mia figlia ferito nella vasca”. Parole che avrebbero fatto intendere che a sparare sarebbe stato il figlio Federico e non lui. In questi mesi però, Izzo non solo ha rigettato l’accusa di aver coperto l’uomo in nome della loro presunta amicizia, ma ha anche negato un rapporto amichevole molto stretto con il suo stesso accusatore.
MARCO VANNINI, DAVIDE VANNICOLA RIBADISCE LA SUA VERSIONE
In merito alle dichiarazioni di Davide Vannicola su Roberto Izzo rispetto al caso Marco Vannini, tuttavia, la procura di Civitavecchia non avrebbe trovato alcun riscontro oggettivo decidendo di archiviare il fascicolo a carico del militare. Eppure Vannicola continua a ribadire di aver detto solo la verità – tenuta segreta per anni – e di aver deciso di raccontare tutto solo ora, in seguito alle continue pressioni della moglie. “Mi ha convinto lei a parlare…”, ha ribadito di recente ai microfoni della trasmissione Chi l’ha visto. Lo stesso testimone ha negato di essere un millantatore, come invece è stato definito, tuonando: “Mi faccio pubblicità sulla morte di un ragazzo? Sarei un mostro…”, riferendosi alla morte di Marco Vannini. Quindi ha definito Izzo “come un padre, mi confidava tutto ciò che accadeva in caserma…”. Alle telecamere del programma di Rai3, a riprova della sua attendibilità, Vannicola ha fornito una ulteriore rivelazione inedita. Izzo a suo dire avrebbe violato la segretezza di un interrogatorio permettendogli di assistere in una circostanza, nel 2013. Un livello di confidenza tale che tuttavia continua a essere negato dallo stesso militare. Intanto la verità su quanto accaduto realmente nella casa di Ladispoli, dove Marco Vannini fu mortalmente ferito, resta ancora inaccessibile.