Il Movimento 5 Stelle deve abbracciare il garantismo, altrimenti è difficile immaginare un’alleanza con il Partito Democratico: Andrea Marcucci senza mezzi termini ai microfoni de Il Riformista. L’ex capogruppo dem s’è soffermato sulle ultime dichiarazioni del grillino Ferraresi sul caso Uggetti – il deputato M5s parlando della riforma del Csm ha sostenuto che «una assoluzione non significa che una forza politica non debba valutare la condotta di un amministratore» – e il suo giudizio è tranchant…



Andrea Marcucci si è scagliato contro il giustizialismo “made in Travaglio” del Movimento 5 Stelle, definendo le affermazioni di Ferraresi di inaudita gravità e bacchettando il successivo silenzio del mondo grillino: «Io sono tra coloro che hanno molto apprezzato le scuse del ministro Di Maio. Ho pensato che quell’ammissione di responsabilità fatta pubblicamente dall’esponente 5 Stelle corrispondesse ad una decisa inversione di tendenza di tutto il movimento. Ci spero ancora e comunque penso che i temi della giustizia siano dirimenti anche nella scelta delle alleanze in Italia ed in Europa. Per dire che non vedo un’intesa agevole tra Pd e M5S, se le posizioni espresse dall’on. Ferraresi rappresentano quel partito».



ANDREA MARCUCCI: “M5S DIVORZI DA TRAVAGLIO”

Andrea Marcucci ha salutato con entusiasmo la svolta europeista di Conte e Di Maio, ma ha anche ribadito che una forza democratica e progressista deve fare una netta scelta di campo tra garantismo e giustizialismo e su di essa delineare il quadro delle sue alleanze. Per il dem, il M5s «deve dire chiaramente che la stagione di “Bibbiano”, della forca preventiva in piazza, del matrimonio con Marco Travaglio, è tramontata». Ma non solo, per Andrea Marcucci il Partito Democratico deve recuperare l’orgoglio delle sue radici costituzionali e dunque garantiste. Poi una riflessione sulla “giustizia malata”, «che si alimenta guardando dai buchi della serratura, offensiva, scandalistica, sempre colpevolista, sempre sensazionalista: dobbiamo fermarla in tutti i modi»: «I processi vanno fatti nei tribunali, basta con l’uso manipolatorio e barbaro delle piazze».

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