La Mare Jonio – nave della piattaforma Mediterranea tra le maggiori protagoniste dell’accesa lotta con il Governo sul tema dei porti chiusi – ha denunciato nelle scorse ore la Guardia Costiera della Libia per aver sottratto, sequestrato e deportato due barconi pieni di migranti al largo del Mar Mediterraneo. «A 65 miglia da Al Khoms la cosiddetta Guardia costiera libica ha catturato 80 persone in fuga su un gommone e sta dando la caccia ad altre 100 a bordo di un barcone. Sotto gli occhi e grazie alle indicazioni di un aereo militare di Malta. Corridoi umanitari subito!», scrivono dalla Mediterranea Saving Humans che con la nave Mare Jonio si trovano ancora nella zona Sar libica. «Abbiamo avvertito – spiega Beppe Caccia, capo missione a bordo della nave Mare Jonio – l’Mrcc Roma (ovvero il Centro di coordinamento marittimo della Guardia costiera, ndr) chiedendo alle Autorità italiane di non rendersi complici di violazioni dei diritti umani», rilanciano dalla nave di salvataggio migranti.



LA DENUNCIA DELLA MARE JONIO

Dopo un breve sequestro in Sicilia imposto dalla Guardia Costiera italiana, la Mare Jonio ha ripreso l’attività di monitoraggio nel Mar Mediterraneo, al netto dell’invito (ancora non accolto) del Ministro Salvini a piantarla subito con il servizio di salvataggio che “invoglierebbe” i trafficanti di migranti di mandare alla deriva e allo sbaraglio dei poveri disperati in mare aperto. Il nuovo attacco della piattaforma italiana contro il Governo arriva però in queste ore, con Beppe Caccia e Luca Casarini che a bordo della Mare Jonio lanciano un’invettiva contro il Viminale e il suo titolare in merito al mancato intervento su quanto succede al largo della Libia: i due barconi si stavano dirigendo verso Lampedusa ma sono stati intercettati dalla Guardia Costiera libica e questo resta un grave crimine contro i diritti umani, spiegano dalla “simil” ong, frutto di realtà come Arci, il centro sociale Ya Basta di Bologna, il magazine I Diavoli, il Moltivolti di Palermo. «Roma non si azzarda a dire che i due eventi sono da considerarsi formalmente conclusi perché evidentemente non se la sentono di certificare l’operato dei libici che oltre a essere delle milizie il cui compito è quello di riportare persone nelle prigioni, sul piano operativo sono alquanto inaffidabili», denuncia ancora la Mediterranea concludendo come tutto questo «Conferma quello che noi abbiamo denunciato sin dal primo momento: sono state decisive per i libici le informazioni fornite dall’aereo maltese, in un’ennesima gravissima violazione dei diritti umani e delle Convenzioni internazionali».

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