Margaret Mazzantini, ecco chi è la moglie di Sergio Castellitto, scrittrice pluripremiata e attrice

Margaret Mazzantini è una famosa scrittrice, nonché moglie del brillante Sergio Castellitto. Ha vissuto qualche anno a Dublino, nei primi anni della sua vita, poi si è trasferita a Roma assieme alla famiglia. Suo papà era Carlo Mazzantini e la madre invece la pittrice irlandese Anne Donnelly. Per quanto riguarda il percorso di studi, ha conseguito la maturità classica e poi nel 1982 si è diplomata all’accademia nazionale d’arte drammatica.



Negli anni ottanta si è aggiudicata il premio Ubu come nuova attrice per le sue brillanti interpretazioni teatrali. Grazie al romanzo Non ti muovere la carriera della Mazzantini ha letteralmente spiccato il volo. Non a caso, dopo il libro, sono arrivati riconoscimenti di prestigio, come il Premio Strega 2002, il Premio Rapallo Carige e il Premio Grinzane Cavour. Come anticipavamo è impegnata con l’attore e regista Sergio Castellitto, con cui ha messo al mondo quattro figli ovvero Pietro Castellitto nato nel 1991, Maria nata nel 1997, Anna nel 2000 e Cesare nel 2006.



Margaret Mazzantini e Sergio Castellitto, la scrittrice: “Io come gatto selvatico, lui…”

Di Margaret Mazzantini, non molto tempo fa, ne aveva parlato proprio Sergio Castellitto, spendendo per lei parole al miele: “Lei è stata una delle fortune della mia vita. Non soltanto perché ho incontrato la donna che amo. Margaret è anche un grandissima scrittrice, che ha dato vita a storie e racconti formidabili, su cui ho avuto il privilegio di lavorare per fare dei film”, le parole della sua dolce metà. “Siamo profondamente uniti pur avendo caratteri molto diversi. Io sono un gatto selvatico, lui è più domestico”, ha invece dichiarato lei nel corso di una recente intervista rilasciata a La Repubblica, dove ha parlato – tra le tante cose – di come sviluppa il suo processo creativo.

“I miei figli mi rimproverano perché fisso le persone”, ha detto. “A muovermi è sempre la curiosità per le vite degli altri. Non parto mai da un concetto ma da un dettaglio: una calza sfilata, una mano posta in un certo modo. Inseguo il desiderio di ritrovarmi davanti a uno stupore primitivo, qualcosa di cui ho nostalgia, una sorta di paradiso perduto. Lo scrittore è un rabdomante che cerca col bastoncino biforcuto la vena dell’acqua. Ma alla fine è un lavoro da artigiani, si suda”.