È stata condannata a 8 anni di carcere la donna di 33 anni di origine etiope che a Marghera, in provincia di Venezia, avrebbe evirato l’ex marito 44enne dopo averlo raggiunto a casa con la scusa di firmare una denuncia di scomparsa per la figlia. Secondo quanto ricostruito dal quotidiano Il Gazzettino, la 33enne dovrà versare un risarcimento di 60mila euro alla vittima.



L’aggressione risalirebbe al 12 agosto dello scorso anno e l’imputata era chiamata a rispondere dell’accusa di lesioni gravissime. La pubblica accusa, rappresentata dal pm Laura Villan, aveva chiesto una condanna a 10 anni di reclusione per la “permanenza del danno” in quanto, stando all’esame del medico legale, l’organo subirà un progressivo “indebolimento” nonostante l’intervento chirurgico eseguito per rimediare alla lesione.



Evirò l’ex marito a Marghera, la ricostruzione

In sede di giudizio, il 44enne che sarebbe stato evirato dalla ex moglie a Marghera è stato sottoposto a perizia per l’accertamento della gravità delle lesioni riportate. Sulla ricostruzione della dinamica dell’aggressione, gli inquirenti si erano trovati di fronte a due versioni contrastanti. Da una parte, la versione della donna che avrebbe raccontato agli inquirenti di aver colpito il suo ex per paura che volesse ucciderla dopo un tentativo di violenza sessuale.

Dall’altra il racconto dell’uomo, che al contrario avrebbe riferito di aver ricevuto dalla 33enne la proposta di un rapporto intimo a cui sarebbe seguita l’aggressione. Secondo gli investigatori, riporta ancora Il Gazzettino, la versione del 44enne sarebbe apparsa credibile diversamente da quella dell’imputata in cui si sarebbero insinuate delle contraddizioni. La difesa, rappresentata dagli avvocati Paolo Polato e Serenella Maluta, ha parlato di pena “ingiusta”. La donna si trova in carcere dallo scorso anno e potrebbe ricorrere in appello.