Assieme al Cardinal Newman e altre 3 grandi beate donne – la cerimonia di canonizzazione in diretta da Piazza San Pietro (dalle 10.15 in poi) – anche Margherita Bays, la laica svizzera già beatificata da Papa Giovanni Paolo II nel 1995, diverrà Santa di Dio e della Chiesa Cattolica. La “sarta” laica di origini svizzere che non volle mai entrare in un ordine religioso, dedicò l’intera sua vita, fin dalle origini di una infanzia molto dura, alla cura e assistenza quotidiana della famiglia. La sua vita fu intaccata non solo a livello famiglia ma anche dalla sofferenza fisica: a soli 40 anni le venne diagnosticato un tumore all’intestino e chiese al Signore sia il dono della guarigione «ma anche il privilegio di associare le sue sofferenze a quelle di Gesù», come riporta GaudiumPress. Un’incredibile guarigione le venne riconosciuta proprio nel giorno dell’Immacolata Concezione, l’8 settembre 1854, ovvero il giorno in cui Papa Pio IX ne dichiarò per la prima volta il dogma. Da quel giorno Margherita Bays rimase legata per sempre alla figura del Cristo sofferente sulla croce: le appaiono le stimmate che lei nasconde accortamente dagli occhi del mondo per non attirare attenzioni su di sé, esattamente come un’altra beata oggi dichiarata santa, l’indiana Suor Maria Teresa Chiramel Mankidiyan.
CHI È MARGHERITA BAYS, LA LAICA E SARTA SVIZZERA
Margherita Bays nasce a La Pierraz, nel Cantone svizzero di Friburgo, nel 1815: non ebbe origini “nobili” né ricche, fu figlia di agricoltori e verso i 15 anni divenne sarta, lavoro che tenne per tutta la sua vita anche quando si concentrerà per le cure e l’assistenza alle famiglie del suo paese. Preghiera e raccoglimento fin da piccola rappresentano la “cifra” della santa svizzera oggi riconosciuta dalla Chiesa Cattolica: come riporta Vatican News, Margherita ogni giorno recita il Santo Rosario, partecipa alla Messa e si ferma a contemplare il Santissimo Sacramento, invitando a pregare con lei anche quanti incontra per lavoro oltre che in famiglia. Insegna catechismo in parrocchia e visita malati e poveri dell’intera vallata svizzera; «queste persone per me sono i preferiti di Dio, proprio perché indifesi», amava ripetere Santa Margherita Bays. Proprio per questa sua vita di apostolato attivo venne accolta nel Terz’Ordine Francescano (oggi Ordine Francescano) nel 1860. Il dolore fisico e le stimmate non impediscono di continuare ad aiutare la sua e le altrui famiglie: come ricorda Avvenire, dopo la guarigione dal tumore «sulle sue mani, i piedi e il costato apparvero le stimmate, fenomeno che la Bays prima cercò di nascondere, poi lo rivelò al vescovo e sul quale ci fu un’indagine medica che attestò l’origine misteriosa delle ferite».
LE STIMMATE E LA SANTITÀ NEL QUOTIDIANO
In tanti all’epoca hanno chiesto e intimato a Margherita Bays di entrare in convento data la sua spiccata spiritualità e dedizione per il sostegno alla comunità nel nome di Gesù: ma la sarta laica rispondeva sempre nello stesso modo, «il mio posto è a casa e la mia via verso la santità è il quotidiano servizio alla mia famiglia». Un suo fratello in carcere, il matrimonio di una sorella che sfocia in una separazione mentre un’altra sorella era una ragazza madre; questo e molto altro convinse che il ruolo nel mondo che doveva recitare Margherita Bays era proprio “nell’ospedale da campo” a lei più vicina, ovvero la sua famiglia. Dopo le stimmate e le continue sofferenze sempre taciute per poter aiutare e sostenere da vicino la sua famiglia, Margherita è anche costretta a subire le angherie della cognata che non sosteneva il suo continuare a pregare (da malata e ferita dalle stimmate), mentre la donna doveva lavorare nei campi. «Margherita sopporta tutto con silenzio e quando Josette si ammalerà, in punto di morte, vorrà avere soltanto lei vicino», spiega ancora Vatican News nell’annunciare l’imminente canonizzazione di Margherita Bays. Il miracolo che permise la beatificazione riguarda il caso di un 19enne studente al collegio di Friburgo Marcel Menetrey, narrato da Gaudium Press e l’Osservatore Romano: «decise di partire per un’escursione al Dent-de-Lys, una montagna alta più di duemila metri. Marcel quel giorno non era solo, con lui vi era don Auguste Davet, cappellano di Chavannes-les-Forts, sua nipote Marguerite Davet e il giovane sacrestano Louis Aubert. Nessuno di loro era esperto di alpinismo. Durante la discesa dalla montagna successe un grave incidente: Marguerite Davet precipitò, trascinando con sé tutti gli altri». La corda si ruppe facendo precipitare tutti, con il ragazzo che rimase appeso invece per qualche secondo: in quel momento pregò Margherita Bays per intercedere presso il Signore e la Madonna in una insperata salvezza. Quel ragazzo incredibilmente si salvò arrivando a valle dopo essere disceso dall’arrampicata con stretto un rosario tra le mani: divenne sacerdote e morì il 27 ottobre 2000.