Maria Alberta Bifaretti è intervenuta in qualità di ospite ai microfoni di “Oggi è un altro giorno”, trasmissione di Rai Uno condotta da Serena Bortone e andata in onda nel pomeriggio della giornata odierna, lunedì 5 settembre 2022. La presenza della donna si è rivelata propedeutica a intavolare una discussione riferita al dramma mai sopito dei desaparecidos argentini, in quanto lei ritiene di essere loro figlia: “Ho scoperto di essere stata adottata, ma non ho mai cercato mia mamma e mio papà biologici finché i miei genitori adottivi sono stati in vita. Ora che non ci sono più, voglio provare a ritrovare la mia famiglia d’origine. Ci sono indizi che mi portano verso due ragazzi, barbaramente uccisi dalla dittatura”.



Dentro di lei la donna aveva sempre sentito una scarsa appartenenza al nucleo familiare che l’ha cresciuta: “Intanto, ho scoperto che mia madre adottiva aveva perso un bambino a causa di una caduta accidentale in casa. Poi, mio padre adottivo è morto quando io avevo soltanto sette anni. Ero molto legata a lui ed è stato un brutto colpo per me. In seguito, ho fatto l’esame del Dna: uno con mia madre, che ha confermato il fatto che non fossimo legate scientificamente. Il secondo l’ho fatto all’inizio delle mie ricerche, per comprendere se potessi appartenere al mondo dei desaparecidos”.



MARIA ALBERTA BIFARETTI: “VORREI RICONOSCERMI NEGLI OCCHI DI MIA MADRE”

Nel prosieguo di “Oggi è un altro giorno”, Maria Alberta Bifaretti ha spiegato: “Io risulto essere nata il 10 luglio 1980 a casa di mio padre e mia madre adottivi a La Plata. Il documento di nascita è stato firmato da un’ostetrica che poi fu giudicata per la vendita di bambini, per gli aborti clandestini. Si adoperava con la complicità della dittatura per smerciare i bambini dei desaparecidos: una parte dei piccoli veniva venduta a persone che se li potevano permettere, perché le madri e i padri biologici di questi bimbi venivano torturati e uccisi”.

Maria Alberta Bifaretti sospetta di essere una di loro: “Ho contattato l’associazione ’24 marzo’ che mi ha accolto e seguito in maniera eccellente lungo tutto il percorso e ora vedremo cosa emergerà. Come immagino mia mamma biologica? Vorrei riconoscermi in lei guardandola negli occhi. La penso simile a me, non tanto alta, di carnagione un po’ più scura”.