Provocano ancora un terribile senso di inquietudini le immagini dell’aggressione subita da Maria Antonietta Rositani il 12 marzo del 2019 a Reggio Calabria. Proprio quel giorno la donna venne bruciata viva dall’ex marito, Ciro Russo, l’uomo con cui aveva costruito una famiglia e dal quale si era separata a causa della gelosia ossessiva, sfociata anche in maltrattamenti non solo nei confronti della moglie ma anche della figlia che aveva cercato di difenderla. Quella mattina il tribunale doveva esprimersi sull’affidamento del figlio di 8 anni della coppia: Ciro Russo speronò la macchina su cui viaggiava Maria Antonietta, scesa dall’auto, la cosparse di benzina e le diede fuoco. Prima di darsi alla fuga, mentre le fiamme avvolgevano il corpo della donna, l’uomo guardò negli occhi l’ex moglie urlandole: “Muori!”.

MARIA ANTONIETTA ROSITANI, BRUCIATA VIVA DALL’EX

A quell’imperativo Maria Antonietta Rositani non ha voluto sottostare. La donna ha lottato con tutte le sue forze per sottrarsi al destino che l’ex marito aveva in mente per lei. La sera dopo l’aggressione, Ciro Russo venne arrestato: da allora non ha mostrato il minimo segno di pentimento. Quel fatto di cronaca così violento segna oggi un capitolo che non avremmo voluto raccontare. Carlo Rositani, papà di Maria Antonietta, ha denunciato a Quarto Grado di essere stato abbandonato dalle istituzioni: “Un avvocato di parte civile me lo disse: tu ti impiccherai perché non potrai aiutare tua figlia perché dovrai affrontare un sacco di spese ma non ce la potrai fare. Sono 14 mesi e due giorni: ancora dovrà trascorrere 3 o 4 mesi in ospedale. Lei nasconde le ferite, non vuole dare l’impressione che sta male, vuole essere fiera. Voglio aggiungere una cosa: lo Stato dovrebbe essere dotato di un fondo di garanzia per le vittime”.