Maria Antonietta Rositani è da un anno in ospedale, da quando l’ex marito ha provato ad ucciderla. L’ha bruciata viva e ora ha il corpo coperto di ustioni e si lamenta di uno Stato per il quale non esiste, visto che non è previsto alcun aiuto per i suoi figli, Anny e William. «Gridava “muori, muori” mentre mi incendiava il viso e il corpo con la benzina. Ero impazzita dal dolore, il fuoco mi mangiava la carne». La donna, vittima di un tentato femminicidio, racconta quei terribili momenti in un’intervista per Repubblica. Ha corso con le fiamme addosso perché non voleva morire, voleva sopravvivere per i suoi figli. «C’era una pozzanghera, ricordo di aver messo la faccia in quell’acqua sporca cercando di spegnere le ustioni, correvo buttando via i vestiti, correvo con la volontà disperata di restare viva». Quella è stata la più brutale delle sevizie che ha subito da Ciro Russo durante i loro vent’anni di matrimonio. Si trova in ospedale da oltre 400 giorni ed è sopravvissuta ad oltre cento operazioni. Ma la paura non è passata.
“LUI PRESTO LIBERO, I MIEI FIGLI SENZA AIUTI”
Tra poche settimane ci sarà la sentenza con rito abbreviato per Ciro Russo. «Una manciata di anni e sarà libero», dice Maria Antonietta Rositani senza nascondere la paura di essere uccisa. Non cela neppure la consapevolezza di essere un “fantasma” per lo Stato italiano. «Se fossi morta i miei figli oggi sarebbero “orfani speciali” e avrebbero diritto almeno a un fondo per studiare. Invece, per fortuna, sono sopravvissuta, ma per noi, morte a metà, non esistono né aiuti né sostegni». La donna racconta che vivono con la pensione del padre. Sarà disabile a vita, non potrà più lavorare. «Ma se oggi oltre il 50 per cento del mio corpo è coperto di ustioni è perché nessuno ha fermato il mio ex marito», dice a Repubblica. Avrebbero potuto fermarlo le forze dell’ordine, visto che era agli arresti domiciliari a casa dei suoi genitori, da dove continuava a perseguitarla. Quando è evaso, il 12 marzo 2019, il padre è corso in caserma a denunciare, ma i carabinieri di Ercolano non hanno avvertito i colleghi di Reggio Calabria, quindi nessuno l’ha avvisata. Se lo avessero fatto, si sarebbe salvata.
MARIA ANTONIETTA ROSITANI, BRUCIATA VIVA DALL’EX MARITO
Quel giorno aveva accompagnato a scuola i figli Anny e Willy. All’improvviso un’auto speronò la sua. «Mentre cercavo di fuggire uscendo dalla portiera del passeggero, lui mi ha raggiunta, mi ha cosparsa di benzina e mi ha dato fuoco», racconta a Repubblica. Ciro Russo è poi scappato, nascondendosi da un amico. Il giorno dopo era a mangiare una pizza nel centro di Reggio, come se niente fosse accaduto. Nell’intervista Maria Antonietta Rositani racconta anche come è cominciato il suo incubo. «Per anni ho sopportato ogni tipo di sopruso». Dopo averlo sposato, scoprì che era tossicodipendente. La picchiava e insultava. Lei ha subito fino a quando non ha alzato le mani contro sua figlia. «Quando ho visto la faccia della mia bambina piena di sangue che ho trovato la forza di denunciare». Ma quella denuncia è stata sepolta e dimenticata per settimane. Non fu mai inoltrata ai magistrati. Il 4 gennaio 2018 dopo l’ennesima aggressione fu arrestato, da cui uscì mesi dopo. E il resto è storia nota. «Ho fatto trapianti, innesti di pelle, cure con le staminali. Il mio corpo è bruciato ovunque. A volte il dolore è insopportabile». E allo Stato «che ha armato la sua mano lasciandolo evadere» chiede solo una cosa: «Deve sostenere la mia famiglia».