Il triste omicidio di Maria Arcangela Turturo è tornato protagonista delle trasmissioni pomeridiane che – tra Ore 14, Pomeriggio 5 e La Vita in Diretta – hanno raccolto alcune testimonianze utili a capire i retroscena di una vicenda difficile da digerire: secondo le ricostruzioni (infatti) la donna 60enne sarebbe stata uccisa dal marito che – dopo averla strangolata senza farle perdere i sensi – ha dato fuoco all’auto sulla quale si trovavano, scappando e chiudendola all’interno; ma Maria Arcangela Turturo ha combattuto fino alla fine e, sopravvissuta al rogo, ha fatto appena in tempo a raccontare tutto l’accaduto alla figlia Antonella.



“Al mio arrivo – ha raccontato la figlia di Maria Arcangela Turturo agli inquirenti – era al Pronto soccorso in condizioni impietose, ma era cosciente e mi ha detto ‘voleva uccidermi, mi ha messo le mani al collo e mi ha chiusa in macchina con le fiamme'” poco prima di esalarle l’ultimo respiro: una relazione – ha ricostruito sempre la figlia – tormentata e che in ben “tre occasioni” aveva fatto finire la donna in ospedale in seguito alle violente aggressioni del marito che in più occasioni avrebbe anche “massacrato i miei fratelli che intervenivano per difenderla” finendo addirittura una volta in carcere “perché ha provato ad accoltellare uno di loro“.



La sorella del killer 65enne: “Maria Arcangela Turturo diceva spesso di avere paura di morire”

Insomma, la morte Maria Arcangela Turturo sembra essere un libro scritto che ci parla di numerosi episodi di violenza – più volte denunciati, secondo la figlia – culminati in un atroce gesto che in molti ora credono essere premeditato: l’uomo avrebbe (infatti) cosparso l’auto di benzina, organizzandosi per avere con sé un accendino e cercando addirittura di inscenare un incidente stradale che potesse giustificare il rogo; mentre uno dei soccorritori ricorda che una volta giunti sul posto “lui non sembrava strano, ma lei ripeteva che aveva provato ad ucciderla“.



Allibiti anche i vicini di casa che ricordano Maria Arcangela Turturo come una persona d’oro che mai aveva fatto male a nessuno, senza che nessuno si fosse mai accorto di problemi o litigi, fuorché un’occasione in cui “mi avevano raccontato – spiega un vicino – di un litigio per le proprietà [e] so che lui era finito in psichiatria, ma non so perché”; mentre non sembra avere parole neppure la sorella del killer 60enne che ricorda come Maria dicesse spesso “che aveva paura che la ammazzasse”.

Secondo la sorella dell’uomo 65enne – infatti – Maria Arcangela Turturo aveva più raccontato che quando il marito si arrabbiava “faceva delle cose che non doveva fare. Sapevo che era violento, che sclerava” ma non certamente che sarebbe stato in grado di arrivare a tanto: “Quando la sentivo – racconta ancora lo sorella, riferendosi a Maria – rimanevo scioccata di quello che faceva”, ricordando che “ha sempre avuto quell’aggressività negli occhi” e ipotizzando a sua volta che “abbia programmato tutto perché è impossibile che sia successo”.