Maria Carfora, soprano, è intervenuta in qualità di ospite nel corso della puntata de “L’Ora Solare” andata in onda oggi, martedì 21 dicembre 2021, su Tv 2000. Durante la trasmissione, condotta da Paola Saluzzi, la cantante lirica ha dichiarato di avere iniziato questo percorso musicale con il suo ingresso in conservatorio all’età di sedici anni: Cantavo già all’età di quattro o cinque anni, era una passione che mi veniva da dentro. Diciamo che quando ho cominciato a parlare, ho cominciato anche a cantare. Poi, nella mia famiglia si respirava musica, in quanto tutti suonavano strumenti, pur senza essere professionisti”.



A un certo punto della sua carriera artistica, tuttavia, Maria Carfora ha capito e sentito di volere di più, malgrado i numerosi e prestigiosi traguardi raggiunti: “Non mi bastava emozionare il pubblico soltanto trasmettendo sentimenti inerenti alla musica. Io volevo farmi portavoce di un messaggio che andasse al di là del mero aspetto artistico. Ho cercato quindi di trovare quel qualcosa in cui io mi sentissi a mio agio e potessi credere”. Una ricerca impegnativa e che, grazie anche alla sua formazione cattolica, l’ha portata a imbattersi nelle parole di Papa Francesco…



MARIA CARFORA: “TERRA CASA COMUNE, MA QUESTO CONCETTO NON È CHIARO A TUTTI”

Ancora a “L’Ora Solare”, Maria Carfora ha spiegato di avere scoperto due preghiere che Papa Francesco pubblica in coda all’enciclica Laudato Si’ e quell’istante è stato per lei come una sorta di folgorazione, in quanto “ho capito che rappresentavano perfettamente il momento che stiamo attraversando. Il Papa chiama la nostra Madre Terra ‘la nostra casa comune’: un concetto semplice, ma che forse non chiaro a tutti”.

Da lì, l’idea di tradurre quei pensieri in musica, realizzando così un sogno che ancora oggi la porta a commuoversi in diretta televisiva, perché “è una cosa in cui io credo molto”. La soave voce di Maria Carfora impreziosisce il lavoro fondamentale del maestro Romano Musumarra, che ha consentito di musicare la preghiera del Papa e di fare in modo che l’artista potesse interpretarla.