Ci sono nuovi sviluppi sulla scomparsa di Maria Chindamo, l’imprenditrice aggredita e sequestrata il 6 maggio 2016 davanti l’ingresso della sua azienda, in contrada Carini di località Montalto (Limbadi). Un testimone importante parlerà infatti per la prima volta nella trasmissione “Chi l’ha visto”, la trasmissione condotta da Federica Sciarelli. Intanto il settimanale Giallo nelle scorse settimane ha rivelato che ci sarebbe una nuova ipotesi sulla scomparsa della donna. L’omicidio potrebbe essere stato commesso da più persone. Un’indiscrezione che arriva dopo le ricerche dei sommozzatori dei Ris di Messina, che hanno scandagliato il fiume Mesima, nei dintorni di Laureana di Borrello, il paese in cui viveva l’imprenditrice scomparsa. L’ipotesi più accreditata sarebbe quella della vendetta familiare. Il marito Ferdinando Punturiero si era infatti suicidato perché la moglie aveva deciso di lasciarlo e di ricostruirsi una vita con un altro uomo. E questa scelta, secondo questa ipotesi, non sarebbe stata tollerata dalla famiglia dell’uomo. Il movente dunque potrebbe essere questo.
MARIA CHINDAMO, COMPLOTTO PER UCCIDERLA?
Resta da capire chi possa aver compiuto un delitto così atroce. Secondo questa ipotesi, gli unici ad avere interesse a vendicare il suicidio di Ferdinando Punturiero sarebbero i familiari. Stando a quanto riportato dal settimanale Giallo, il sospetto è che abbiano commissionato il sequestro e l’omicidio di Maria Chindamo a una serie di complici. E i presunti mandanti avrebbero anche scelto una data simbolica. L’imprenditrice è scomparsa esattamente un anno dopo il suicidio del marito. Per gli inquirenti questo particolare non sarebbe una semplice coincidenza. Per questo gli inquirenti hanno cercato il corpo di Maria Chindamo nei terreni di proprietà della famiglia Punturiero, sequestrando i loro mezzi agricoli. Molti sospetti ma nessuna certezza. Ne ha parlato anche Vincenzo Chindamo, fratello dell’imprenditrice. «Sono convinto che nel caso della scomparsa di mia sorella siano coinvolte molte persone. Ma nonostante siano passati più di tre anni, non è stato ancora individuato né condannato alcun colpevole».
MARIA CHINDAMO, IL CASO A CHI L’HA VISTO E LE ULTIME SULLE INDAGINI
Nella famiglia di Maria Chindamo c’è rabbia e inquietudine, perché sentono di «ritrovarsi circondati dalle persone che probabilmente fanno parte della rete dei complici». L’avvocato Nicodemo Gentile, dell’Associazione Penelope, chiede verità per Maria Chindamo. «Una verità che tarda ad arrivare eppure sembra a portata di mano. Una nuova e terribile “ipotesi” sembra prospettabile: Maria uccisa per “punizione” per quello che aveva osato fare, cioè lasciare il marito? Un fattaccio orribile commesso da più persone. Sempre accanto a Vincenzo e alla sua famiglia. Complimenti al settimanale Giallo e ad Angela Corica per l’ottimo approfondimento. Verità per Maria!». Lo scorso luglio la Procura aveva arrestato Salvatore Ascone, già noto alle forze dell’ordine, proprietario della tenuta davanti alla quale è avvenuta l’aggressione di Maria. “U pinnularu” è stato scarcerato un mese dopo su disposizione del Tribunale del Riesame, che ha accolto la richiesta presentata dalla difesa di annullare l’ordinanza di custodia cautelare.