Salvatore Ascone, l’uomo accusato di aver partecipato all’omicidio di Maria Chindamo, esce dal carcere. Il Tribunale del Riesame di Catanzaro, presieduto da Giuseppe Valea, ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere che era stata emessa dal gip di Vibo Valentia. È stata quindi accolta la richiesta dei legali del 53enne di Limbadi, ritenuto dagli inquirenti vicino alla cosca Mancuso. Dinanzi al Tribunale del riesame è stato difeso dagli avvocati Francesco Sabatino e Salvatore Staiano. Salvatore Ascone, detto “o Pinnularu” e già noto alle forze dell’ordine, era stato arrestato lo scorso 11 luglio con l’accusa di concorso in omicidio. Quello dell’imprenditrice di Laureana di Borrello, scomparsa il 6 maggio 2016 a Limbadi. L’altro indagato è Gheorghe Nicolae Laurentiu, 30enne accusato, come riportato da Fanpage, di aver manomesso le telecamere della tenuta di Ascone per non lasciare alcuna traccia di ciò che sarebbe accaduto.
MARIA CHINDAMO, ESCE DAL CARCERE SALVATORE ASCONE
La tenuta di Salvatore Ascone è infatti davanti alla proprietà dove Maria Chindamo è stata aggredita oltre tre anni fa. Secondo la ricostruzione della Procura, l’imprenditrice prima è stata aggredita, poi caricata con la forza da una o più persone su un altro mezzo e quindi portata via. Le tracce di sangue trovate sulla carrozzeria della sua auto hanno permesso di concludere che già dalla sua discesa dall’auto la donna era stata bloccata e picchiata. Quel giorno la 44enne andò alla sua azienda per un appuntamento con un operaio. Sullo sfondo dell’omicidio, secondo gli inquirenti, ci sarebbe una vendetta maturata nel contesto familiare della donna. Non era stata accettata la separazione dal marito, anzi quel contesto l’aveva colpevolizzata per il tragico suicidio dell’uomo, avvenuto un anno prima della sua scomparsa. Per gli inquirenti, dunque, Maria Chindamo è stata fatta sparire. Ora si attendono le motivazioni della decisione del Riesame, che non sono ancora note.