Lo scorso 30 agosto Papa Francesco ha autorizzato a promulgare i Decreti riguardanti le virtù eroiche dei Servi di Dio Maria Cristina Cella Mocellin, Enrica Beltrame e del frate Placido Cortese: ora la giovanissima mamma 26enne morta nel 1995 per preservare il terzo dei suoi figli che portava ancora in grembo, viene riconosciuta a tutti gli effetti dalla Chiesa Cattolica come nuova “Venerabile”.



Maria Cristina rifiutò di sottoporsi a cure invasive per sconfiggere un sarcoma che l’aveva colpita ad una gamba, per proteggere il figlio, ma proprio per quel suo gesto eroico – che la portò purtroppo al decesso – ora il Santo Padre ha autorizzato la promulgazione del decreto che rende la giovane cinesellese “venerabile”, passo importante per raggiungere l’iter di beatificazione. Nel gergo ecclesiale, “venerabile” è il titolo conferito a persone che, «per la pratica eroica delle virtù esercitate in vita, sono ritenuti degni di essere venerati da parte dei fedeli».



CHI ERA MARIA CRISTINA CELLA MOCELLIN

Per portare avanti la gravidanza, Maria Cristina Cella Mocellin – originaria di Cinisello Balsamo, dove nacque il 18 agosto 1969 – rifiutò le necessarie cure per un maledetto sarcoma: morì 16 mesi dopo aver dato alla luce il terzogenito, il 22 ottobre 1995. Cresciuta negli ambienti della parrocchia a Cinisello, durante il licelo comincia il percorso vocazionale con la comunità delle Figlie di Maria Ausiliatrice di Don Bosco, ma cambia tutto un incontro all’età di 16 anni: conosce Carlo e la prospettiva di vocazione muta dal prendere i voti alla meravigliosa chiamata del matrimonio. A soli 18 anni – racconta Vatican News – Maria Cristina scopre un sarcoma alla gamba sinistra, ma con terapie e cure immediate riesce a “tamponare” la malattia tanto che la maturità e il matrimonio arrivano nel giro di pochi anni: dopo aver convolato a nozze con Carlo nel 1991 (si sono trasferiti nel frattempo a Bassano del Grappa), la coppia mette al mondo due bambini. È però con il terzo figlio in grembo che sopraggiunge la pessima notizia della malattia ritornata in forze: il dilemma si pone, curarsi appieno a discapito del figlio, oppure una strada più impervia e dagli esiti imprevedibili. Maria Cristina e Carlo scelgono di proseguire con la gravidanza, accettando solamente le cure che non avrebbero sicuramente nuociuto al suo bambino. Torna a curarsi appieno dopo la nascita del piccolo, ma nel frattempo la malattia è progredita coinvolgendo anche i polmoni tanto da portarla alla morte, avvenuta il 22 ottobre 1995. C’è una lettera, portata all’attenzione della Chiesa per l’attribuzione del titolo di “Venerabile”, in cui Cella Mocellin scrive al figlio Riccardo ancora neonato: «Mi opposi con tutte le mie forze al rinunciare a te, tanto che il medico capì già tutto e non aggiunse altro. Riccardo, sei un dono per noi. Fu quella sera, in macchina di ritorno dall’ospedale, che ti muovesti per la prima volta. Sembrava che mi dicessi “grazie mamma che mi vuoi bene!”. E come potevamo non volertene? Tu sei prezioso, e quando ti guardo e ti vedo così bello, vispo, simpatico, penso che non c’è sofferenza al mondo che non valga la pena sopportare per un figlio». Come giudica il Decreto della Santa Chiesa, «Maria Cristina muore a 26 anni, certa dell’amore del Padre, fedele a Lui nei suoi disegni».

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