MARIA FALCONE OGGI A DOMENICA IN: “NON VOGLIO PIU’ PIANGERE”

Maria Falcone, in collegamento da Palermo con Domenica In, ha concluso la puntata odierna con Mara Venier. “Non voglio piangere più perché dopo 30 anni è giusto pensare con la speranza nel cuore. La mafia 30 anni fa voleva metterci in ginocchio e voleva che la nostra democrazia potesse avere un sussulto ma questo non è avvenuto perché i siciliani hanno saputo alzare la testa e non solo i siciliani, tutti gli italiani”, ha commentato, “hanno capito quanto sia stato importante il lavoro di Giovanni”. Per questo, a 30 anni da quel giorno “possiamo dire che tanto è stato fatto”.



Maria Falcone ha ribadito: “Oggi non dobbiamo piangere, dobbiamo solo sperare in loro”, parlando dei giovani. Proprio domani ricorreranno i 30 anni dalla strage di Capaci e nel corso della trasmissione è stata trasmessa una intervista al magistrato ucciso. Vincenzo, il nipote di Giovanni Falcone in collegamento dallo Spasimo ha svelato che in questi giorni hanno esposto delle grandissime opere d’arte: “Stiamo facendo una rivoluzione culturale e sociale”, ha spiegato. “Io penso sempre ai giovani: a loro mi rivolgo perché saranno loro la società di domani che dovranno difenderla dalla mafia”, ha aggiunto Maria. La sorella di Falcone ha di recente scritto un libro proprio sui momenti condivisi con il fratello e proprio questo le è costato tanto: “Sono 30 anni che mi costa tutto, soprattutto il pensiero costante di non avere più Giovanni accanto a me, a Palermo e che avrebbe continuato a fare tanto per noi. Il libro è una piccola parte di quel dolore”. (Agg. di Emanuela Longo)



MARIA FALCONE, CHI E’ LA SORELLA DI GIOVANNI FALCONE

Sono passati quasi trent’anni dalla strage di Capaci ed è sempre vivo il ricordo del magistrato Giovanni Falcone. Oggi, domenica 22 maggio 2022, a Domenica In interverrà la sorella Maria Falcone, docente e attivista, nonché fondatrice della Fondazione Falcone. L’88enne porta avanti numerosi progetti legati all’educazione alla legalità nelle scuole e nelle università, senza dimenticare le numerose iniziative dedicate al ricordo del fratello.

Maria Falcone è una delle principali conoscitrici del fenomeno mafioso ed è spesso protagonista sul piccolo schermo per affrontare la piaga della criminalità organizzata. Negli ultimi anni si è spesso spesa sui temi più delicati dedicati alla mafia, dall’ergastolo ostativo per i boss passando per la tutela degli enti che operan per il sociale e la legalità. Numerosi i riconoscimenti ottenuti nel corso dei decenni: dal Premio Minerva nel 1996 al National Organization of Italian Women – New York nel 2000, fino alla menzione speciale nella sessione plenaria della Commissione delle Nazioni Unite sulla prevenzione della criminalità e la giustizia penale a Vienna nel 2019.



MARIA FALCONE E IL RICORDO DEL FRATELLO GIOVANNI

Ospite di Oggi è un altro giorno, Maria Falcone ha spiegato di aver continuato a lottare per un debito di riconoscenza nei confronti di Giovanni, ma anche per il timore che il patrimonio di conoscenze di lotta alla mafia si potesse disperdere. La sorella del magistrato ha sempre acceso i riflettori sull’importanza dei giovani e della cultura, mentre ospite al Salone del Libro ha voluto ricordare così il fratello: “Non ricordate soltanto l’uccisione e la morte ma approfondite lo studio su chi era Giovanni Falcone. Non era soltanto un magistrato antimafia, era un uomo che amava le istituzioni democratiche del nostro Paese”. Intervistata dal direttore de La Stampa Massimo Giannini, Maria Falcone ha aggiunto: “L’ultima volta che ho visto Giovanni, mi disse che bisognava fare presto per salvare la democrazia nel nostro Paese. In questo anniversario dalla strage di Capaci ho avuto la percezione che, dopo tanti anni di progetti nelle scuole, si ha la conoscenza del fenomeno mafia anche fuori dal Meridione. Sud più estremo e Nord più estremo si sono uniti nella lotta alla mafia e questo è per me il regalo più grande nel 30esimo anniversario dalla morte di Giovanni”. E ancora: “Giovanni non voleva essere un eroe, voleva essere soltanto un bravo magistrato”.