Maria Falcone, presidente della Fondazione Falcone, è intervenuta in collegamento video in qualità di ospite a “Domenica In”, proprio nel giorno del ventinovesimo anniversario della strage di Capaci. “Vorrei fare i complimenti a Pierfrancesco Favino per come ha interpretato Buscetta nel film Rai – ha esordito –. Ha raccontato un personaggio particolare che ha scelto di collaborare per essersi sentito tradito dalla sua stessa organizzazione”.

Gli anni trascorsi dalla strage sono stati importanti per la società italiana, che si è risvegliata e ha capito quanto sia stato importante l’operato di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, ha sottolineato Maria Falcone. “Per vincere la mafia bisognava cambiare la società”, ha concluso la sorella del celebre magistrato ucciso in un agguato nel 1992. Ha poi preso la parola Vincenzo, nipote di Giovanni Falcone, che ha ricordato come lo zio gli volesse bene e come fosse rispettoso degli altri: “Se andare al cinema significava annullare alcune file, preferiva rinunciarci per non rovinare la visione del film a nessuno”. (aggiornamento di Alessandro Nidi)

Maria Falcone collegata con Domenica In

Nel 29esimo anniversario delle stragi di Capaci e via D’Amelio in cui persero la vita i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, la Rai celebra la Giornata della Legalità dando spazio nei suoi programmi a diversi personaggi impegnati nella lotta contro la mafia. Uno di questi è proprio Maria Falcone, docente e attivista siciliana sorella di Giovanni Falcone oggi ospite a Domenica in. Il suo impegno è quello di promuovere la cultura della legalità attraverso attività di studio e di ricerca effettuate anzitutto tra i giovani, i principali responsabili del mondo che sarà. Nel corso degli anni, a partire dalla scomparsa di suo fratello Giovanni, Maria ha accettato diversi inviti nelle scuole e nelle università italiane, contribuendo ad alimentare il ricordo del giudice e a sensibilizzare i ragazzi sui temi legati alla criminalità.

Chi è Maria Falcone, sorella di Giovanni Falcone

Maria Falcone nasce a Palermo il 1936, secondogenita di una famiglia di tre figli di cui Anna è la maggiore (del ’34) e Giovanni il più piccolo (era del ’39). Al pari del fratello, anche Maria si laurea in Giurisprudenza, anche se in seguito decide di intraprendere la carriera di insegnante. Dal 1992 si dedica totalmente alle attività della Fondazione, tra cui rientrano anche le celebrazioni – organizzate in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca – che si tengono annualmente a Palermo. Presenti, ogni 23 maggio, le massime autorità dello Stato e migliaia di studenti che arrivano da tutta Italia a bordo della cosiddetta ‘Nave della Legalità’. La docente ha ideato anche un progetto, ‘Università per la Legalità’, che coinvolge gli studenti di decine di Atenei italiani che decidono di contribuire alla causa con ricerche, studi e lavori artistici.

Maria Falcone racconta la sua famiglia

“Quel giorno rappresenta uno spartiacque: dopo il 23 maggio del 1992, possiamo parlare di un prima e di un dopo nella lotta alla mafia. Quello rappresenta un momento particolare. È la fine del lavoro di Giovanni, ma in realtà non è così: ci ha lasciato tante di quelle lezioni di antimafia vera che sono e restano, per chi lavora in questo campo, una specie di vademecum”. Queste le impressioni di Maria Falcone sul lavoro svolto dal fratello Giovanni Falcone affidate l’anno scorso a Vatican News.

Nel corso dell’intervista, Maria ha fornito anche una descrizione dettagliata del contesto in cui sono cresciuti; una famiglia “religiosissima”, dice, che in parte ha influito sulle decisioni che Giovanni ha preso successivamente. “Sicuramente”, spiega Maria, “era importante la Messa della domenica. Negli anni, devo dire che Giovanni fu un po’ traviato dalla cultura illuminista. Forse si era in parte allontanato dalla fede, ma non tolse mai la croce dal collo. La cosa che mi ha impressionato è stato il ritrovamento nei suoi cassetti, dopo l’attentato, di alcuni oggetti. Conservava ancora il nastro della prima Comunione e quello della Cresima. Era un illuminista con un sottofondo religioso cattolico”.