Maria Fida Moro, figlia dello statista e leader delle Dc Aldo Moro, ucciso dalle Brigate Rosse nel 1978, è riuscita a vincere la sua lunga battaglia legale per essere riconosciuta come vittima del terrorismo. Una consolazione, tuttavia, decisamente amara dato che la ex senatrice è morta il 7 febbraio, all’età di 77 anni. Nonostante questo, però, la sentenza pronunciata ieri dalla Cassazione rappresenta la chiusura di un cerchio, della quale peraltro beneficerà suo figlio, Luca.



Facendo un passo indietro, per comprendere il contenzioso di Maria Fida Moro bisogna fare riferimento alla legge 206 del 2004, proprio in favore dei familiari delle vittime di terrorismo. La legge consente di ricevere alcuni premi nel calcolo dell’anzianità contributiva, oltre che l’esenzione fiscale sui redditi da pensione. Il problema era legato, però, al vitalizio che aveva ricevuto in quanto senatrice tra il 1987 e il 1992, che era stato escluso dai benefici della legge 206/04. Una prima vittoria a favore di Maria Fida Moro arrivò nel 2021 da parte del Senato, che le diede ragione, riconoscendo l’applicazione della legge sulle vittime di terrorismo. L’Agenzia delle Entrate, però, aveva già vinto in primo e secondo grado, e la Cassazione ha chiuso questo ciclo, dando ragione alla donna, quasi due settimane esatte dopo la sua morte.



Maria Fida Moro: disposto risarcimento da 50mila euro

Oltre al precedente legale che si è andato a creare riconoscendo Maria Fida Moro come vittima di terrorismo, e più che altro includendo nella legge 206/04 il vitalizio, la sentenza della Cassazione rappresenta, spiega l’avvocato Domenico Menorello, la chiusura “di un cerchio, anche se dopo la morte”. La Cassazione, peraltro, ha riconosciuto anche un risarcimento in favore della figlia di Aldo Moro, dal valore di circa 50mila euro, che andranno a beneficio di suo figlio, Luca.

“Lei soffriva tantissimo per questo contenzioso”, racconta il legale di Maria Fida Moro, “si sentiva bistrattata nel vedere che lo Stato, nelle sue articolazioni, le negasse il pieno riconoscimento di vittima del terrorismo. Come se il sacrificio di Aldo Moro fosse stato dimenticato. Portava avanti questa battaglia come un dovere nei confronti del padre“. La questione, ricorda ancora Menorello, “non le andava giù, lo riteneva un affronto alla memoria del padre. Era una questione di principio” per Maria Fida Moro, “figlia di una delle principali vittime del terrorismo”, che, conclude il legale, “riteneva assurdo dover lottare per essere considerata tale”.