Maria Grazia Cucinotta, nota attrice siciliana, si è raccontata ai microfoni del Corriere della Sera, una lunga intervista a 360 gradi in cui ha svelato alcuni dettagli della sua vita privata, a cominciare dal famoso concorso di Miss Italia targato 1987, il suo trampolino di lancio verso il mondo dello spettacolo: «Mi ero iscritta al concorso a 16 anni, papà non mi lasciò andare. Così ci riprovai a 18 appena compiuti. Partii da Messina con il treno delle 8.30, in borsa avevo la focaccia di mamma e qualche mela. Non ho vinto ma sono arrivata in finale. Fui notata da un’agenzia di Milano. “Se per caso passi in città fatti viva”, mi proposero. Capirai, mica era sotto casa, da giù allora ci volevano 24 ore».
E così che alla fine Maria Grazia Cucinotta, dopo un book realizzato dal fratello per risparmiare, ottenne il primo provino per Indietro tutta!, programma cult di Raidue: «E fu un disastro. Mi presentai davanti a Renzo Arbore, Alfredo Cerruti, Arnaldo Santoro, Nino Frassica, capirai, mi presero in giro senza pietà. “Cosa sai fare?” “Nulla”. Ero un’imbranata. Avevo il cuore in gola e le orecchie viola. Alla fine mi scelsero forse per compassione, per fortuna ero fotogenica».
MARIA GRAZIA CUCINOTTA E IL POSTINO: “MIO PADRE LO FACEVA…”
Il vero salto nell’Olimpo avvenne comunque con Il Postino: «Mio padre faceva il postino, come poi mio fratello, mia sorella, mio cognato e mia nipote. In realtà anch’io avevo vinto il concorso e un contratto di tre mesi, ma ci ho rinunciato, ormai avevo preso la mia strada. Papà mi ha tenuto il muso per anni, fino al film con Massimo Troisi: in qualche modo avevo realizzato il suo sogno». Fu una parte che Maria Grazia Cucinotta ottenne grazie a Nathaly Caldonazzo, all’epoca la fidanzata di Troisi: «Ci eravamo conosciute a “Fantastico 10”, con Massimo Ranieri e Anna Oxa. Nathaly era bellissima, quando passava faceva rigirare pure le mattonelle. “Saresti perfetta”, insisteva. “Ci penso io”. E lo ha convinto. Lei e Massimo si amavano moltissimo, la sua morte fu il più grande dolore della sua vita. Sono 28 anni che la ringrazio, anche se adesso ci siamo perse». L’attrice, oggi splendida 53enne, decise di trasferirsi a Los Angeles, dove vi rimase fino al 2005: «A dirla tutta, Hollywood è una scritta anonima su una collina spelacchiata, pure bruttarella, niente di che, per me che venivo da Roma, con il Vaticano e il Colosseo, però gli americani come organizzazione sono ineguagliabili e lì davvero funziona la meritocrazia: non gli importa chi sei e da dove vieni, se hai successo hai successo e tutti sono con te. Ho studiato e imparato tanto».
E durante la permanenza negli States giunse anche una parte per “L’avvocato del diavolo”, con Al Pacino e Keanu Reeves, ma Maria Grazia Cucinotta rifiutò per una scena di nudo: «Ero tentata, un film con Al Pacino e Keanu Reeves, no, dico, Keanu Reeves, che quando lo vedi ammutolisci. Pensavo: e quando mi ricapita? Però nel copione c’era un nudo continuo e io con questo seno gigante mi sarei sentita a disagio e avrei rovinato tutto. Ho sempre avuto il complesso, a 13 anni ero già così, che vergogna, non vedevo l’ora di ridurlo con un intervento, poi ci ho rinunciato, forse non avrei avuto lo stesso successo, però non mi è mai sembrato bello, troppo ingombrante, per nasconderlo ingobbivo le spalle. E poi è dura farsi prendere sul serio, nessuno ti guarda negli occhi. “Ah, ma sei anche intelligente”, è una frase che ho sentito spesso».
MARIA GRAZIA CUCINOTTA: “007 ESPERIENZA UMANAMENTE PIU’ BELLA”
Poi arrivò anche “007 – Il mondo non basta” con Pierce Brosnan, il film che «Umanamente mi ha dato di più. Nella finzione ero una killer assoldata da Robert Carlyle, attore straordinario ma piccolissimo accanto a me che sembravo un gigante, con mani enormi. Per fortuna la scena insieme è stata tagliata. E poi ho conosciuto Barbara Broccoli, la produttrice, ancora oggi una delle mie migliori amiche». Tanto cinema ma anche l’amore nella vita dell’attrice: «Lo conobbi la sera di Capodanno (dice riferendosi a Giulio Violati, il marito imprenditore e produttore con cui è sposata da 27 anni ndr), festa che detesto, a casa di Massimo Santoro, il figlio di Arnaldo, mio caro amico. Esordì con delle battutine infelici sul mestiere di attrice, cercava di fare il simpatico, lo mandai subito al diavolo. Due giorni dopo mi arrivò una telefonata: “Sei libera il 7 ottobre?”. Non lo avevo riconosciuto, credevo fosse una proposta di lavoro. “Perché se sei libera, allora ci sposiamo.” Ho riattaccato».
Alla fine i due si sono ovviamente sposati: «Sì, mi faceva ridere. Ed è ancora così», ma lui non si è mai trasferito a Los Angeles: «No. Tornavo io quasi ogni settimana». Una carriera spettacolare quella di Maria Grazia Cucinotta, dall’inizio ai giorni nostri, ed è per questo che è difficile fare una scelta su quale siano stati i suoi anni più belli, con riferimento al suo ultimo film “Gli anni belli”: «Tutti, da quando è nata mia figlia Giulia ancora di più. È stata dura, non c’è solo il colore rosa, però sono felice: se con la mente mi riaffaccio dalla finestra della mia cameretta di Messina vedo tutto bellissimo, sono stata fortunata».