Maria Grazia Cucinotta, ospite di “Storie di donne al bivio”, racconta della sua lunga carriera, ormai più che trentennale: “A volte si corre più veloce del tempo e non ti rendi conto che il tempo passa, passa, passa… Non avrei mai immaginato di arrivare così lontano, a volte ancora ci penso e mi emoziono”. Il film che la lanciò nell’Olimpio del cinema fu “Il Postino” con Troisi: “Quando ho fatto il primo provino non ero nessuno, avevo fatto solo poche parti. Mi hanno poi richiamato per il secondo, terzo, quarto e quinto e poi ho incontrato Troisi per la lettura del copione. Lì lui ha capito che ero proprio terra terra e mi insegnò tutto, soprattutto a stare sul set e a non recitare, ad essere me stessa. Meglio imperfetta ma vera che un qualcosa di costruito”.
Eppure nella vita, la Cucinotta dice di aver recitato in più di un’occasione: “Ho imparato a recitare più per difendermi da situazioni di vita vera che sul set, perché sul set mi lascio andare. I pericoli più violenti? Il fatto di essere sempre sotto giudizio, doversi sentire all’altezza di qualcuno, questi livelli imposti… Tutte queste divisioni io le ho sempre rifiutate”. La sua è una carriera che dura ormai da più di trent’anni, ma tornando indietro, l’attrice cambierebbe più di qualche scelta: “Tornando indietro non farei le stesse scelte. Ho avuto successo troppo piccola, un successo mondiale. Forse l’hanno vissuto più le persone intorno a me che io: io mi sentivo inadeguata, dovevo imparare, volevo essere all’altezza delle aspettative delle persone. Eppure ho vissuto una vita talmente normale che mi sono pure dimenticata del successo”.
Maria Grazia Cucinotta: “Mio papà era per il posto fisso”
Maria Grazia Cucinotta viene da una numerosa famiglia di origine siciliana. Qualche tempo fa ha reso nota la malattia della sorella maggiore, che non ha mai lasciato sola neppure per un istante, combattendo al suo fianco. A “Storie di donne al bivio”, rivela: “Con un fratello non sei mai da solo. Noi siamo un tutt’uno. Ora lei sta meglio”. Ad unire la sua famiglia sono stati inevitabilmente i genitori, che hanno fatto un lavoro straordinario. Suo papà, postino, inizialmente non prese bene le sue velleità artistiche: “All’inizio non l’ha presa benissimo, lui era per il posto fisso… Era preoccupato, per lui non era un lavoro. In realtà è un lavoro molto serio perché il successo va alimentato”.
Nonostante la paura, ben presto i genitori hanno accettato quella vita così diversa per la loro “bambina”: “Sia lui che mamma hanno fatto un lavoro meraviglioso: hanno cresciuto quattro figli con uno stipendio e con noi c’era anche nonna. Mia mamma amministrava tutto”. Maria Grazia, nata in una famiglia umile e modesta, ha guadagnato molto nel corso della sua vita. Eppure spiega: “Ero felice anche quando non avevo niente. Poi logicamente ti abitui al benessere, che ti dà alla testa. Ma io ho vissuto sempre con i piedi per terra. Ho speso tanto per i viaggi, per tornare in Italia da Los Angeles. Poi ho fatto tanti regali… Volevo vedere tutti felici, vivo della felicità degli altri. Per le persone che amo ci sono. Anche se questo lavoro spesso ti porta via il tempo”.