Maria Licciardi, superboss di camorra alla guida dell’omonimo clan, è stata fermata all’aeroporto romano di Ciampino mentre stava accingendosi ad imbarcarsi su un volo per Malaga. La donna, come riportato da La Repubblica, ufficialmente stava andando a trovare la figlia, ma non si può escludere che il vero intento del viaggio fosse quello di intrecciare nuovi rapporti di affari fra la Spagna e la Masseria Cardone, rione della periferia settentrionale di Napoli dove da 30 anni basta pronunciare il suo nome per incutere timore e rispetto. Considerata dalla Procura di Napoli tra i leader del cartello camorristico dell’Alleanza di Secondigliano, è a Maria Licciardi che gli autori della fiction “Gomorra” si sono ispirati per dare vita al personaggio di Scianel. Rispetto al personaggio interpretato magistralmente dall’attrice Cristina Donadio, la superboss si presenta con un aspetto certamente meno esuberante: 70 anni, di corportatura minuta, soprannominata “la piccolina”, viene descritta dai collaboratori di giustizia come una donna dal carattere di ferro, per nulla in difficoltà nel tenere in mano le redini dell’organizzazione camorristica fondata dal fratello Gennaro, detto “la scimmia“, morto in carcere nel 1994.



MARIA LICCIARDI, ARRESTATA SUPERBOSS CAMORRA

Quando i carabinieri del Ros le hanno notificato il decreto di fermo emesso dalla pm Giuseppina Loreto, Maria Licciardi si trovava in fila per la consegna dei bagagli. Insieme a lei, all’aeroporto di Ciampino, due accompagnatori per i quali non sono state disposte momementaneamente misure cautelari. La camorrista, quando è stata circondata dai militari non ha opposto alcuna resistenza, rimanendo tranquilla. Non è la prima volta che la Licciardi trascorre del tempo in carcere: nel 2007, detenuta a L’Aquila per scontare una condanna per associazione camorristica scaturita dalle indagini condotte dal pm (prematuramente scomparso) Filippo Beatrice, la Licciardi trascorse la “socialità” prevista dall’ordinamento penitenziario con un’altra detenuta “eccellente”: la leader delle Brigate Rosse Nadia Desdemona Lioce. Irreperibile dal giugno 2019, la Licciardi poteva contare su un’articolata rete di sentinelle a controllo del territorio di “competenza” dell’organizzazione camorristica, che le consentiva così di muoversi senza temere la presenza delle forze dell’ordine. Il suo ruolo di comando, la sua capacità di assicurare sostantemento alle famiglie degli affiliati detenuti, i suoi contatti con gli altri clan, sono emersi in maniera chiara dalle indagini che hanno portato all’accusa di associazione di tipo mafioso, estorsione, ricettazione di denaro di provenienza illecita, turbativa d’asta aggravati dalla finalità mafiosa.

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