Maria Luigia Redoli, meglio nota come la Circe della Versilia, è morta un anno e mezzo fa, ma il suo ricordo resta vivo. Nell’immaginario di una parte dell’Italia è la 50enne biondo platino di Forte dei Marmi con la passione per l’occulto che ha ucciso il marito con l’aiuto del giovane amante Carlo Cappelletti. Lei però ha sempre dichiarato di essere innocente, fino alla fine. Nonostante intercettazioni e testimonianze, oltre ai 15 milioni di lire per un mago affinché facesse fuori al marito, poi restituiti, perché non se ne occupò lui. Il marito Luciano Iacopi fu trovato cadavere nel garage in una pozza di sangue, ucciso da 17 coltellate. Il 69enne non era amato: il Corriere della Sera ricorda che la figlia lo odiava tanto che aveva foto del padre infilzate con spilloni. Tamara, all’epoca 18enne, fu a lungo sospetta, poi fu prosciolta. Emerse poi che Iacopi non era il padre biologico: era frutto della lunga relazione della Circe della Versilia con un maresciallo di Forte dei Marmi, morto in un incidente stradale nel 1984. La ragazza lo seppe a 15 anni, il fratello lo scoprì dai giornali.
CIRCE DELLA VERSILIA, L’OMICIDIO DEL MARITO (CON L’AMANTE)
Della vittima si diceva che faceva l’usuraio e che si dava da fare con le donne, solitamente incontrate tramite annunci. Lui e la moglie Maria Luigia Redoli si detestavano e non lo nascondevano. Il suo ultimo giorno di vita lo trascorse con la sua amante, Agata Tuttobene, mentre la moglie e i figli erano a cena con l’amante di lei, Carlo Cappelletti. Rientrato a casa, Luciano Iacopi chiamò l’amante, l’ultima persona a sentirlo. Dopo il delitto si scoprì che la porta era chiusa con quattro mandate. Solo Maria Luigia poteva averle date, visto che il marito era in garage senza le chiavi. In primo grado la Circe della Versilia e l’amante furono assolti, ma in appello e Cassazione arrivarono le condanne. Prima dell’arresto passarono cinque giorni e si sfiorò la strage perché, come ricostruito dal Corriere della Sera, l’amante Carlo Cappelletti puntò un pugnale alla gola di un carabiniere, gli strappò la pistola d’ordinanza e sparò ferendo tre agenti. Si lanciò poi dalla finestra, senza riportare gravi conseguenze. Con la semilibertà cominciò la nuova vita di Maria Luigia Redoli, che infatti sposò il ragioniere Alberto Andena. L’amante, invece, trovò lavoro come spazzino a Norma.