Negli ultimi giorni non sono mancate le polemiche sul governo per una norma legata al green pass. Infatti, i cittadini stranieri possono entrare in Italia con il green pass base, un certificato che però non è sufficiente agli italiani per recarsi nei luoghi di lavoro. Il dibattito è legato all’utilizzo dei tamponi, dunque. Per Maria Rita Gismondo si tratta semplicemente di qualcosa di «assurdo».



Intervenuta ai microfoni di Adnkronos Salute, la direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano ha spiegato: «E’ un Paese sicuramente anormale quello che fa entrare i cittadini extraeuropei con un Green pass base e li fa circolare, però impedisce ai propri abitanti, ai propri residenti, di andare a lavorare con lo stesso documento».



MARIA RITA GISMONDO TRANCHANT

Per Maria Rita Gismondo si tratta di un’anomalia oggettiva, se non di «una follia». La microbiologa ha giudicato positivo l’allentamento delle misure ai confini per i turisti extraeuropei che vogliono arrivare nel Belpaese: è prevista infatti la possibilità di poter ricorrere al tampone negativo se non si è vaccinati. Nel corso del suo intervento ai microfoni dell’agenzia di stampa, Maria Rita Gismondo ha evidenziato: «Ma se questa è una misura assolutamente ragionevole, e auspichiamo sia preludio di altre aperture trovo assurdo allora che resistano alcuni paletti per i cittadini italiani».



Infine, una battuta sulla quarta dose di vaccino: «La quarta dose dell’attuale vaccino anti-Covid potrebbe avere una logica per gli immunodepressi, ma bisogna valutare da individuo a individuo. Per quanto riguarda invece le altre persone, credo che una quarta dose sia impensabile alla luce delle ricerche scientifiche disponibili che dimostrano come, con dosi così ravvicinate di vaccinazione, in effetti non facciamo altro che immobilizzare il sistema immunitario. Dovremmo piuttosto pensare a un vaccino nuovo, che riconosca le varianti circolanti di Sars-CoV-2,e abbia durata un anno».