Maria Rita Gismondo non fa sconti al Comitato tecnico scientifico. Intervenuta ai microfoni di Di Martedì, la microbiologa dell’ospedale Sacco di Milano non ha preferito non entrare nel merito delle decisioni prese dall’esecutivo nell’ultimo Dpcm – «Io credo che il Governo abbia preso una soluzione politica che non tiene conto solo dell’aspetto virologico e quindi non mi permetto di criticarlo» – ma ha messo nel mirino il gruppo di esperti che affianca il premier Conte ed i suoi ministri, in particolare per il dossier trasporti: «Dico solo che il Cts dovrebbe dare delle indicazioni un po’ più coerenti. L’ho vissuta come esperienza personale: ho preso il treno da Milano a Torino, in prima classe erano distanziati un posto sì e un posto no, mentre in seconda classe erano tutti accalcati. Allora qualcuno mi deve dire se il virus di prima classe è più pericoloso del virus di seconda classe».
MARIA RITA GISMONDO VS CTS: “INCOERENZA PAZZESCA”
«Ci sono dei dati scientifici comprovati: un metro e mezzo di distanza perché stare a meno di un metro di distanza per almeno quindici minuti significa alta probabilità di contagiarsi», ha spiegato Maria Rita Gismondo a Di Martedì, evidenziando poco dopo: «Se guardiamo tutte le varie misure che sono state prese in ambienti diversi, sono tutte diverse. Non è una critica al Governo o al ministro: se vai in coda in check-in in aeroporto devi stare a un metro, alcune compagnie ti fanno stare gomito a gomito. Oppure danno l’acqua e qualche snack, si toglie la mascherina e c’è il pericolo di contagio». Infine, la precisazione: «C’è stata una incoerenza pazzesca: c’è il virus del ristorante, del cinema e della movida… il virus è unico: le misure dovrebbero essere uguali per tutti gli ambienti ma non è così. Da cittadina sono molto stupita che si uccida la cultura, dove cinema e teatri hanno rispettato queste misure e invece si ha la possibilità di stare gomito a gomito per lungo periodo».