La dottoressa Maria Rita Parsi ha cercato di fare chiarezza sui numerosi episodi di rabbia e violenza manifestati negli ultimi tempi nelle varie città italiane. “Abbiamo annunciato per tanto tempo – le sue parole in diretta tv su Canale 5 a Mattino Cinque – che dopo il covid 19 sarebbe seguito un covid 20.. Ci sono rabbia, frustrazione e aiuto del virtuale perchè sul virtuale si vedono costantemente, diseducando i ragazzi, immagini di violenza, aggressività, sfogo e rabbia. Tirano fuori questa cattiveria – ha proseguito la dottoressa Maria Rita Parsi – dopo essere stati segregati e chiusi, abituati a vedere continuamente queste immagini di violenza, spari, aggressione… ha alimentato una frustrazione già fortissima”.



“Perchè se la prendono incredibilmente con i medici, a cui chiedono soccorso? Non hanno trovato accoglienza da persone da cui si aspettavano di avere. I medici sono assolutamente disponibili e sono vittime di questo sistema, ma si trovano di fronte un tale malessere e difficoltà, diventano oggetto privilegiato dello ‘scarico’, è come se chiedessero aiuto aggredendo. In quel caos generale negli ospedali loro si ribellano, aggrediscono i rappresentanti di ciò che non funziona. Loro speravano di avere accoglienza, invece trovano gli ospedali affollati, in difficoltà. La mascherina ha smascherato i problemi reali, a cominciare da quelli famigliari, prima agenzia educativa, poi quelli scolastici, seconda agenzia, quelli virtuali, quelli della salute, devi ricevere accoglienza ed educazione ma in quel momento di disagio non vi sono assolutamente persone che possono contenere il disagio”.



MARIA RITA PARSI: “I RAGAZZI STANNO DANDO DEI SEGNALI DA NON SOTTOVALUTARE”

Maria Rita Parsi ha quindi proseguito: “Medici e professori sono istituzioni importanti che danno un segnale… i ragazzi danno un segnale che non bisogna sottovalutare. Nel caso della professoressa impallinata in classe, colpisce che nessun alunno o genitore abbia chiesto scusa, viene considerato un gioco. Dobbiamo insistere partendo dal Nido e formando i genitori. Questi ragazzi hanno preso spunto dal virtuale come momento di protagonismo folle”. E ancora: “Questi ragazzi non ricevono la formazione giusta perchè non siamo all’altezza dei tempi che corrono: mettere insieme una pandemia, una guerra, le notizie negative veicolate che diventano un bollettino di guerra che tirano fuori la rabbia che hanno dentro e sono incentivati a farlo. Dobbiamo investire in formazione e investire sulle basi”.



Quindi Maria Rita Parsi ha concluso: “Non dobbiamo guardare indietro ma andare avanti. La formazione va fatta a genitori ed educatori, va fatta prevenzione e si deve creare un clima di dialogo fra famiglie e scuola. La scuola deve diventare un centro culturale polivalente aperto dalla mattina alla sera con un’equipe stabile sempre, deve essere aperta al territorio. Questo è l’ultimo appello o si fa questo o tutto degenero, siamo al punto di non ritorno”.