Nuova svolta nel caso della morte di Maria Sestina Arcuri, la giovane 25enne di Nocara deceduta in seguito ad una rovinosa caduta dalle scale a Ronciglione lo scorso febbraio. Per il fidanzato Andrea Landolfi, ex pugile ed operatore sanitario romano trentenne, da oggi si sono ufficialmente aperte le porte del carcere, come riferisce Corriere della Sera. Gli sviluppi sulla morte della fidanzata, sebbene le indagini non siano ancora chiuse, li attenderà da questo momento in poi in carcere, fino all’avvio del processo. A deciderlo è stata la Cassazione che ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dalla sua difesa rappresentata dall’avvocato Luca Cococcia. Con questo si ferma anche il braccio di ferro tra la procura di Viterbo che aveva chiesto il suo arresto e il gip che lo aveva invece negato. Già lo scorso giugno, in 17 pagine, il tribunale del Riesame accoglieva il ricorso del pm Franco Pacifici in merito alla necessità di tenere in carcere il fidanzato di Maria Sestina Arcuri, indagato per omicidio volontario. Secondo la ricostruzione degli inquirenti di Viterbo, Landolfi, dopo una lite avuta la sera in un pub, avrebbe preso di peso la sua fidanzata, alzata sopra il parapetto delle scale della nonna e lasciata cadere. La giovane aspirante parrucchiera è morta dopo 24 ore di atroci sofferenze.



MARIA SESTINA ARCURI, FIDANZATO IN CARCERE: LA REAZIONE

In sua difesa, Andrea Landolfi aveva parlato di essere caduti entrambi dalle scale mentre si scambiavano effusioni ma contro di lui le parole del figlioletto dell’uomo di appena cinque anni, il quale avrebbe visto tutto e poi mimato la scena drammatica con un peluche di Topo Gigio. Non solo: secondo i consulenti nominati dalla procura non si trattò di una caduta dalle scale. “Tutte le lesioni sono compatibili con una caduta/precipitazione dall’alto”, hanno scritto nella loro relazione. In seguito alla decisione della Cassazione, il primo commento a calco dell’indagato è stato: “Provvedimento ingiusto, io la amavo”. A ribadire la sua posizione anche il suo avvocato difensore: “Ai suoi occhi è un provvedimento ingiusto, lui dice che amava Sestina. È provato ma ha reagito pacatamente. Gli ho spiegato che le decisioni della Corte si rispettano e che il carcere non è una condanna: il processo non c’è stato ancora ed è lì che ci difenderemo”.



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