Milano non è una città per bici? Si susseguono incidenti, si registrano morti su morti e montano le proteste contro un modello di viabilità voluto dall’amministrazione Sala che non solo non sta funzionando, ma sta rendendo il capoluogo lombardo una giungla. «Queste sono le conseguenze di un furore ideologico della sinistra, che non mette l’uomo al centro dell’ambiente, ma che in realtà capovolge il paradigma. Quindi, le scelte vengono governate da ideologie che sono lontanissime dal bisogno delle persone di sicurezza, protezione, accessibilità. Quando si fa questo non si lavora sul piano dei contenuti», l’analisi della vice ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Maria Teresa Bellucci, ospite del Diario del giorno su Rete 4. Se la politica è «il mestiere delle scelte», come lo definisce Bellucci, allora queste non possono prescindere dalla necessità di mettere al centro la persona, misurandosi con la necessità di tutelare l’ambiente.
«La caccia al consenso che porta la sinistra a pensare di azzerare tutto ciò che di buonsenso c’è, l’ha portata, come abbiamo visto a Milano, a mettere in difficoltà i ciclisti, gli abitanti di Milano e milanesi», spiega Bellucci. La politica deve, quindi, assumersi le sue responsabilità, anziché seguire piegarsi a pressioni. Questo vuol dire arrivare ad una sintesi, «e a volte anche scontentare, ma mettere al primo punto all’ordine del giorno ciò che è di buon senso». Questo «la giunta Sala non l’ha fatto e lo dimostrano i fatti», aggiunge la vice ministro del Lavoro e deputata di Fratelli d’Italia.
“FURORE IDEOLOGICO ANNIENTA SICUREZZA E CRESCITA”
Nel corso del dibattito si affronta anche il tema delle proteste, visto che le immagini testimoniano di servizi di soccorso bloccati a Milano. «È davvero folle e soprattutto lascia nella disperazione le persone, chi è più fragile e deve velocemente arrivare all’ospedale, ma anche tutte quelle persone che vanno al lavoro per poter mantenere se stesse e la propria famiglia, e lo fanno quindi con lo spirito di sacrificio, con la voglia di partecipare e di costruire», spiega Maria Teresa Bellucci al Diario del giorno. La vice ministro del Lavoro parla di «furore ideologico» che «annienta ciò che è giusto in termini di sicurezza ma anche di crescita». Lo si evince anche quando si affronta la questione della transizione ecologica. «C’è una certa sinistra che pensa che debba essere portata avanti sacrificando la crescita, lo sviluppo e il lavoro».
PENSIONI, “STUDIO INPS NON RICHIESTO DAL GOVERNO”
In qualità di vice ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Maria Teresa Bellucci entra anche nel merito delle polemiche divampate per la proposta di rendere più basse le pensioni per chi ha una aspettativa di vita maggiore. Si tratta di uno studio dell’Inps che ricalca un documento dell’Economic Policy Committe Ue, secondo cui potrebbe essere necessario «tenere conto di tali considerazioni di equità nella progettazione di riforme future con l’obiettivo di adattare i sistemi pensionistici all’aumento dell’aspettativa di vita». Bellucci a Diario del giorno ci tiene a rassicurare i cittadini italiani: «Non è un tema che il governo italiano sta trattando, né tantomeno lo condivide. Questo è uno studio dell’Inps che non è stato richiesto dal governo italiano, almeno non da questo governo. Quindi, probabilmente è uno studio che risale ad altro tempo, quello della passata legislatura. Nel merito, ovviamente, non siamo assolutamente d’accordo».
D’altra parte, non si può ignorare la sollecitazione che arriva dall’Europa tramite quel documento, infatti la vice ministro commenta: «Mi fa avere delle perplessità. L’Italia è la prima nazione in Europa per numero di anziani, 14 milioni, la seconda al mondo. Quindi, fa nascere qualche preoccupazione il fatto che l’Europa dia questa indicazione che coinvolga in particolar modo l’Italia come nazione e che metta, quindi, le mani sui soldi delle persone». Peraltro, in un momento delicato come questo, nel quale le pensioni «devono essere assolutamente protette». Non si può però ignorare, sottolinea Maria Teresa Bellucci, la questione dell’aspettativa di vita, perché i dati sono preoccupanti e non possono essere ignorati. «Il fatto che le persone al sud abbiano una speranza di vita più bassa di quelle che vivono al nord e questo certamente c’entra con la qualità dell’assistenza socialitaria».
“PERCHÉ SALARIO MINIMO NON È SOLUZIONE”
Nel corso della puntata di Diario del giorno viene anche portato alla luce il caso di un giovane a cui sono stati offerti 20 euro in nero per sei ore di lavoro. «Tutto questo è inaudito ed è da contrastare in ogni modo», commenta la vice ministro del Lavoro Maria Teresa Bellucci, secondo cui serve il coinvolgimento di tutto, «il governo, le parti sociali, le parti datoriali, sane, le categorie di rappresentanza». Dal canto suo, l’esecutivo sta facendo la sua parte: «Il governo innanzitutto ha subito approcciato la materia aumentando il personale in dote all’Ispettorato nazionale di lavoro, perché questi controlli devono essere fatti, sul territorio, dagli ispettori che si occupano di poter far emergere le situazioni di illegalità», evidenzia la deputata di Fratelli d’Italia. La soluzione non è il salario minimo, che può essere uno strumento, ma per il governo non rappresenta «una soluzione che aiuta ad aumentare la qualità del lavoro e della vita, perché in realtà crediamo e siamo convinti che abbia un rischio al suo interno, cioè quello di liberare verso il basso».
Bellucci cita anche alcuni dati Inps, secondo cui in realtà i lavoratori poveri che sono legati al salario povero sono 0,2%. Quindi, degli oltre 870mila lavoratori poveri che ci sono in Italia, solo lo 0,2% è legato ad un salario che non riconosce una qualità della vita, anche se pure questa è una situazione su cui intervenire. «Il tema è che in Italia ci sono persone che lavorano poche ore a settimana e poche ore al mese, ci sono part-time involontari, c’è un cuneo fiscale che è troppo ampio e che quindi schiaccia il salario. Su questo mi permetto di dire che il governo già dalla prima legge finanziaria ha dato un segnale importante», conclude la vice ministro del Lavoro.