Maria, la figlia di Santino Tuzi commenta la sentenza del processo sull’omicidio di Serena Mollicone
Ad assistere alla sentenza del processo sull’omicidio di Serena Mollicone, che si è conclusa con l’assoluzione di tutti gli imputati, è stata anche Maria Tuzi, figlia del brigadiere Santino Tuzi, morto suicida nel 2008 dopo aver svelato ai pm di aver visto Serena Mollicone entrare in caserma il giorno della sua scomparsa. Dopo la lettura del dispositivo la donna ha letteralmente implorato l’appuntato Francesco Suprano affinché potesse dire la verità proprio come fece il padre. Al Corriere della Sera, Maria Tuzi ha commentato: “Sono rimasta gelata dalla sentenza. Potevo pensare a pene più leggere di quelle chieste ma l’assoluzione è del tutto inaspettata. Una vera delusione. Dite che Tuzi, mio padre, è inattendibile? Ok, non lo conoscevate. Ma ci sono prove scientifiche”.
Parlando di Suprano, la donna lo ha definito all’epoca come “uno di famiglia”. Era il confidente di Santino Tuzi che lo ha sempre considerato un amico. “In nome dell’amicizia l’ha tutelato fino all’ultimo quando nei suoi interrogatori ha detto di non aver mai rivelato a nessuno dell’ingresso di Serena in caserma. La risposta di Suprano è stata lasciarlo solo e poi infangarlo in aula”, ha commentato però la figlia del carabiniere suicida. All’epoca dei fatti lei aveva 26 anni e conosceva bene la natura del loro rapporto ed oggi rammenta con delusione quelle promesse di Suprano che a quanto pare non avrebbe mantenuto.
Maria Tuzi: perché sui padre Santino si tolse la vita?
Maria Tuzi ha ricordato che proprio alla prima domanda che gli fece su Serena Mollicone, Suprano sparì. Dopo la sentenza, ha svelato la donna, l’appuntato si sarebbe limitato a dirle: “non dobbiamo parlare, non ho niente da dire”. Tuttavia, dell’istigazione al suicidio di suo padre però era imputato Quatrale, il vice di Mottola: “Certo, ha inciso anche lui. Per mio padre era un collega, un suo superiore, la sua pressione aveva un peso”, ha commentato Maria.
Il suicidio di Santino Tuzi fu ricondotto alla fine della storia dell’uomo con Anna Rita Torriero, oggi indagata per falsa testimonianza. In merito Maria Tuzi ha commentato: “Per 14 anni ha ripetuto che Tuzi non si sarebbe mai ucciso per amore, poi ha cambiato versione. Quella mattina mio padre andò da lei per dirle che avrebbe testimoniato, dalle intercettazioni si capisce che lei sa benissimo di cosa stia parlando, e forse mio padre si aspettava che almeno quella donna non lo lasciasse solo”. Si sarebbe dunque ucciso per questo motivo? “Non lo avrebbe mai fatto se non si fosse trovato in quella situazione. Con la nascita di mio figlio era pieno di vita, “nonno non ti lascerà mai”, faceva progetti per lui…”, ha aggiunto Maria. Ad esaltare il coraggio di Santino Tuzi, in aula, è stata anche la pm. Oggi l’unico rammarico di Maria è che suo padre non abbia scelto di confidarsi con loro: “Avrei voluto fargli sapere che poteva contare su di me, che sarei stato dalla sua parte. I Mottola, che io ritengo colpevoli, sono una famiglia unita. Lo saremmo stati anche noi senza peraltro avere nulla da nascondere. Ma penso anche che lui abbia voluto proteggerci, tenerci al riparo da ogni possibile conseguenza col suo silenzio”.