Maria Tuzi, la figlia del brigadiere suicida Santino Tuzi
Maria Tuzi, figlia di Santino Tuzi, il brigadiere si Arce morto suicida nel 2008 dopo aver svelato ai pm di aver visto Serena Mollicone entrare in caserma il giorno della sua scomparsa, non ha mai smesso di cercare la verità sulla morte del padre. La ragazza, oggi ormai una donna, si è battuta per far riabilitare l’immagine del militare ed evitare i continui tentativi di offuscarne la sua immagine. Per questo lo scorso novembre, nel giorno in cui Santino avrebbe compiuto 73 anni, la donna ha voluto scrivere un lungo post di auguri su Facebook ricordando la figura dell’amato padre scomparso prematuramente.
La figlia Maria Tuzi ha chiesto a gran voce di non infangare mai più la figura del padre: “In questo periodo ho sentito tante cose brutte su di te, qualcuno ha addirittura detto che non eri degno di indossare la divisa, cosa che mi ha fatto veramente stare male perché tu non potevi fare altro lavoro se non il carabiniere”, aveva scritto la donna sul social, postando una foto della sua prima comunione proprio insieme al padre. “Tranquillo papà ci vuole ancora un po’ di tempo ma la verità verrà a galla, ed io lotterò sempre perché il tuo nome non venga più infangato da bugie. Mi manchi tantissimo”, aveva chiosato, lasciando intendere che avrebbe continuato a lottare per il suo genitore.
La battaglia di Maria Tuzi per la verità sulla morte del padre
La lotta portata avanti da Maria Tuzi ha permesso di ottenere la riapertura delle indagini. Attraverso il suo avvocato Elisa Castellucci, Maria Tuzi è attualmente parte civile nel processo per l’omicidio di Serena Mollicone che sta per chiudersi presso la Corte d’Assise di Cassino. Recentemente era stata ascoltata anche la moglie di Tuzi, che aveva ribadito di “non credere al suicidio” del marito.
La battaglia per la verità non è stata del tutto priva di ostacoli per Maria Tuzi che ha dovuto fare i conti, nel corso degli anni, anche con numerose intimidazioni. “Quando ho incominciato a voler fare chiarezza sulla morte di mio padre sono rimasta vittima, insieme ai miei familiari, di atti intimidatori. Sono arrivati anche ad appendere una corda al collo del mio cane che solo per un miracolo non è morto soffocato”, aveva raccontato, come riferì lo scorso anno nel corso della presentazione del libro ‘Il buio sotto la divisa’ e ripreso da FrosinoneToday. Oggi la donna è sposata ed ha tre figli ma non riesce a dimenticare il giorno della morte del padre Santino Tuzi quando andarono i carabinieri a bussare alla sua porta: “ci dissero che si era ucciso per questioni sentimentali. Come si fa a dire ad una figlia, ad una moglie ad un figlio, a dei nipoti che stavano vivendo un dramma senza fine, che tutto era accaduto per questioni di donne”. Solo in seguito ai colloqui avuti con il padre di Serena Mollicone comprese che suo padre sarebbe morto per motivi ben più gravi. “Che mio padre non fosse un vigliacco lo ha dimostrato raccontando la verità su Serena Mollicone. È stato coraggioso mio padre ed è quello l’uomo che ho conosciuto e di certo non l’uomo che hanno provato a descrivermi nei giorni successivi al suo suicidio”, concluse Maria Tuzi.