La Russia conferma la presenza di laboratori per armi biologiche in Ucraina. Ad affermarlo è stata la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. La direttrice del dipartimento informazione e stampa del Ministero degli esteri della Russia ha affermato che le autorità di Mosca hanno le prove della presenza di tali laboratori al fine di produrre armi biologiche per rispondere eventualmente alle armi nucleari russe ma non solo.
Come spiega AGI, Zakharova ha annunciato che fonti certe avrebbero confermato la presenza in Ucraina di tali laboratori di armi biologiche, che sarebbero portati avanti sostenuti dagli Usa. Inoltre la portavoce del ministero russo ha confermato che a Mariupol ci sarebbe un laboratorio dove dal 2014 sarebbe stato coltivato il batterio del colera a scopo militare, dunque da utilizzare all’evenienza. Gli ucraini starebbero dunque portando avanti tali esperimenti con loro scopo di colpire quando sarà il momento le altre potenze, Russia compresa.
Zakharova: “Strutture non solo a Mariupol”
In conferenza stampa, Zakharova ha parlato di presunti laboratori presenti in Ucraina e sostenuti dagli Stati Uniti dove si sarebbe lavorando per la fabbricazione di armi biologiche. Inoltre la portavoce ha parlato di un centro a Mariupol dove sarebbe stato coltivato dal 2014 il batterio del colera. Non sarebbe però l’unico. Altre strutture – spiega la direttrice del dipartimento di informazione – sarebbero state identificate a Odessa e a Kharkiv.
“L’Ucraina non confina con gli Usa, quindi per il Pentagono questi laboratori non avevano lo scopo di proteggere il proprio Paese e, essendo vietati dalla legge negli Stati Uniti, questi laboratori potevano essere costruiti solo in territori senza legge” ha spiegato Zakharova, che ha poi affermato che i programmi di “guerra biologica” sarebbero stati inizialmente avviati dagli Usa per poi suscitare l’interesse dei “nazionalisti ucraini”. Questi avrebbero “diffuso il batterio della tubercolosi con banconote false nel Lugansk nel 2020”. Sospetti sarebbero poi i casi di antrace registrati in Russia nel 2016 secondo Zakharova.