C’è una svolta nelle indagini per la morte di Marianna Greco, la donna di Novoli trovata morta nel letto matrimoniale della sua abitazione il 30 novembre del 2016. Secondo quanto riferito dal Corriere Salentino, il sostituto procuratore Stefania Mininni, titolare del fascicolo d’indagine, ha iscritto nel registro degli indagati il nome di uno stretto familiare della 37enne, con l’accusa di istigazione al suicidio. Ed è proprio quest’ultima circostanza, come riportato da “La vita in diretta”, ad aver sempre insospettito i familiari della vittima, che mai hanno creduto all’ipotesi che la loro Marianna potesse essersi inflitta 4 coltellate alla gola come sostenuto dagli inquirenti. Ora la svolta, con la sorella gemella Giovanna che spiega:”Sono due anni che svolgiamo indagini difensive, auspichiamo che la Procura ne prenda atto”.



MARIANNA GRECO, MORTE NON FU SUICIDIO?

Quello della mamma di Marianna Greco ai microfoni del programma di Rai Uno è un racconto a dir poco straziante:”Quella mattina avevo come un presentimento, non riuscivo a stare a casa e alle 7:35 ero lì. Stranamente ho trovato due mandate alla porta. Entrata in casa Marianna non mi ha risposto. Vado in camera, era semibuio e lei non mi rispondeva: ho chiamato mia figlia Giovanna e abbiamo visto che era in un lago di sangue, aveva le braccia stese, sul sinistro aveva un coltello conficcato. La pregavo di non chiudere gli occhi perché avevo paura che non si svegliasse più. Suicidio? Noi non ci abbiamo mai creduto e non ci arrenderemo fino a quando non avremo appurato la verità”. La persona indagata potrebbe essere interrogata a breve: a suo tempo era stata già sentita. La famiglia attende in particolare la riesumazione del corpo che diventa necessaria per accertare alcuni elementi che potrebbero risultare rilevanti. La sorella spiega”Ci sono i tagli sulle mani che lasciano presupporre una difesa da parte sua. Quel giorno io ricordo che ho cercato il suo cellulare e quel giorno non si trovava, come le chiavi di casa. Ci sono tanti elementi e incongruenze: speriamo che la Procura ne consideri.”

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