La vita di Marianna Manduca si spegne 13 anni fa a causa dell’ex marito Saverio Nolfo e della sua sete di vendetta. La coppia ha tre figli e in seguito alla separazione continuerà a litigare per via dell’affidamento. Alla fine sarà Nolfo a ottenere il consenso del giudice per l’affidamento dei tre minori (6, 5 e 3 anni all’epoca dei fatti), ma non rinuncerà mai a provare un forte odio nei confronti dell’ex moglie. Quel 3 ottobre del 2007 decide infatti di raggiungerla a Palagonia, dove Marianna si è recata con il padre Salvatore per lasciare i tre bambini a casa del genitore. Nolfo invece, riporta La Sicilia, si trova in auto e attende l’arrivo dell’auto dell’ex suocero: la sperona, crea un impatto violento e poi scende dall’auto con un bastone e un coltello. Prima ferisce Salvatore, poi si accanisce su Marianna: lei cerca di darsi alla fuga, ma viene raggiunta dopo pochi metri. Morirà dissanguata a causa dei numerosi fendenti dell’ex marito, mentre quest’ultimo sceglierà di costituirsi subito dopo, consegnando il coltello che più volte in passato aveva mostrato alla Manduca.



MARIANNA MANDUCA, LE 12 DENUNCE ALL’EX MARITO

A nulla serviranno le numerose denunce, fra cui la descrizione di quel “coltello a serramanico di 17 cm” che la Manduca farà alle autorità. Così come la decisione di allontanare Nolfo con una misura cautelare nel 2006, revocata poi nell’arco di pochissimi mesi. Sono dodici le denunce che Marianna Manduca ha fatto nei confronti dell’ex marito Saverio Nolfo, per via delle minacce, delle continue violenze, dei soprusi. Tutte cadute a vuoto, anche se l’uomo in più occasioni le mostrerà il coltello con cui poco tempo dopo metterà fine alla sua vita: “Io con questo ti ucciderò”, le dirà più volte. In seguito alla condanna di Nolfo, i tre figli della coppia riceveranno come risarcimento 259.200 euro grazie alla decisione dei giudici di primo grado, che riterranno responsabili i magistrati che sceglieranno di non agire in modo tempestivo di fronte alle 12 denunce della vittima. Una sentenza annullata però dalla Corte d’Appello di Messina, sottolinea l’Huffington Post, perché lo Stato è sicuro che Nolfo avrebbe ucciso lo stesso l’ex moglie. Non sarebbe servito a nulla quindi sequestrargli il coltello usato per il delitto, “dato il radicamento del proposito criminoso e la facile reperibilità di un’arma simile”.



LA RABBIA DEI PARENTI

Oggi, sabato 15 febbraio 2020, il figlio maggiore di Marianna Manduca e il padre adottivo Carmelo Calì, nonché cugino della vittima, saliranno sul podio di ItaliaSì su Rai 1. “Mi appellerò al Presidente della Repubblica, farò qualsiasi cosa. Sono arrabbiato: la magistratura si autoassolve ma noi non ci stiamo”, dice Calì, come riporta La Repubblica. Soprattutto perché nel frattempo la nuova famiglia allargata di Calì ha usato i soldi del risarcimento per aprire un’attività. “Quando ho preso con me i tre ragazzi, ora di 17, 16 e 14 anni, avevo già tre figli: dal punto di vista economico è stato un vero e proprio delirio”, evidenzia, “ma questo non ha importanza. È stato difficile ieri spiegare loro cos’era successo. Ci sono rimasti molto male: è stato un po’ come dire loro che sono invisibili. E lo siamo tutti, con questa sentenza si conferma che la magistratura si autoassolve, una casta non interessata ai cittadini”. Senza considerare che il vero problema che dovranno affrontare i ragazzi non riguarda i soldi del risarcimento, ma il futuro dei suoi ragazzi.

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