Mariastella Gelmini a tutto tondo ai microfoni di Iceberg. La titolare degli Affari regionali ha fatto il punto della situazione sulle riaperture e si è soffermata sul dossier coprifuoco: «Secondo me nella lettura del provvedimento c’è un’incongruenza: il decreto prevede delle misure che evolvono per il mese di maggio fino a luglio, ma il coprifuoco fino alle 22 non è previsto fino a luglio. Draghi è stato molto chiaro nel dire che si parte con un provvedimento di riapertura del Paese, si reintroducono le zone gialle, si introduce il green pass, si lascia al momento il coprifuoco alle 22 ma con un tagliando ogni 15 giorni».



Mariastella Gelmini ha poi spiegato le scelte del governo Draghi: «Noi dobbiamo per il momento procedere ad una graduale riapertura cercando di gravare il meno possibile con i disagi che i cittadini hanno dovuto subire: si comincia con un decreto di riapertura che prevede un coprifuoco ma ogni 15 giorni – in base all’andamento di contagi e vaccinazioni – l’idea è quella di fare un tagliando. La stessa cosa l’avevamo scritta nel precedente decreto, che prevedeva intorno al 20 aprile un nuovo tagliando e una nuova valutazione di contagi e vaccinazioni. Dal 26 aprile abbiamo scelto di riaprire il Paese, Draghi è attento alla gradualità perché non dobbiamo tornare indietro».



MARIASTELLA GELMINI: “CI SONO ALCUNE INCONGRUENZE”

«Anche Forza Italia avrebbe preferito il coprifuoco alle 23, ma siamo disponibili a ragionare con Draghi e con i dati che gli esperti ci forniscono ogni settimana e adeguare il decreto. Segnaliamo poi alcune incongruenze: non comprendiamo perché dal 26 aprile sia possibile lo sport da contatto all’aperto e per quanto riguarda la riapertura delle piscine all’aperto si debba aspettare il 15 maggio o perché non si sia parlato del wedding. Faremo queste battaglie in Parlamento e cercheremo di correggere il decreto», ha evidenziato Mariastella Gelmini, che ha poi parlato delle frizioni con la Lega e le Regioni: «Io credo che la Lega abbia chiesto il coprifuoco alle 23 da subito, Draghi non si è detto d’accordo per una questione di prudenza. Per quanto riguarda le Regioni, abbiamo affrontato insieme ad altri ministri un altro tema, la riapertura delle scuole: si vuole andare verso la riapertura del Paese e il primo segnale lo abbiamo dato riaprendo le scuole in zona rossa fino alla prima media. C’è un problema legato ai trasporti, c’è stata una discussione e un accordo in Conferenza Stato-Regioni. Ieri in Cdm Draghi ha chiesto uno sforzo in più, di arrivare almeno al 70%, ma la norma consente, laddove non ci siano le condizioni, di attestarsi intorno al 60% – ha proseguito Mariastella Gelmini – è chiaro che la richiesta di Draghi di uno sforzo in più non è stata forse compresa e apprezzata dai componenti della Conferenza, ma resta un tendenziale. Abbiamo anche istituito un tavolo per preparare i trasporti in vista di settembre, quando la scuola ripartirà in presenza al 100%».



MARIASTELLA GELMINI: “C’É DISCONTINUITÀ TRA CONTE E DRAGHI”

Mariastella Gelmini ha poi messo in risalto che il nuovo decreto Covid rileva un importante passo in avanti rispetto al recentissimo passato: «Siamo passati dalla zona rossa e arancione alla reintroduzione del giallo, che consente tutta una serie di attività. Ora abbiamo le scuole aperte e aperto in moltissimi casi le attività. E’ un provvedimento migliorabile e perfettibile. Nessuno ama il coprifuoco, non vediamo l’ora che si arrivi alle 23 e che possa essere abolito, ma dobbiamo riaprire e rispondere all’emergenza sanitaria: credo che questo provvedimento in buona parte lo faccia». Mariastella Gelmini ha poi citato le sostanziali differenze tra il governo Conte II e quello guidato da Mario Draghi: «La discontinuità rispetto al precedente governo è nel numero di vaccini, nel numero delle riaperture, nelle scelte delle persone: avevamo Arcuri e oggi abbiamo il generale Figliuolo. Mi pare che si stia correndo sulle vaccinazioni dei più fragili e sono stati varati due scostamenti di bilancio da 70 miliardi per le imprese chiuse per la pandemia. Il governo precedente il Recovery Fund non lo ha mai portato in Conferenza Stato-Regioni, mentre noi lo abbiamo portato già 4-5 volte perché per noi è fondamentale il confronto con gli enti locali».