Marilyn Manson aveva una stanza dello stupro, nota come “Bad Girls’ Room” (“stanza delle ragazze cattive”), nella quale rinchiudeva le donne contro la loro volontà. A riportare la notizia è stato il magazine americano “Rolling Stone”, che ha spiegato che l’appartamento dell’artista, ubicato in California, avrebbe una piccola stanza di vetro insonorizzata, delle dimensioni di un camerino di un negozio, nel quale l’uomo avrebbe tenuto in ostaggio le sue presunte vittime (nei suoi confronti ci sono oltre 55 accuse di abusi sessuali, fisici e psicologici raccolte nell’ambito dell’inchiesta giornalistica, ndr).
Come racconta “The Independent”, molte donne che uscivano con Manson hanno descritto la stanza come una “cella di isolamento usata per torturare psicologicamente le donne”. Vengono fatti anche nomi e cognomi: Phoebe Bridgers dice che Manson “le parlò apertamente della stanza quando visitò la sua casa da adolescente e lui la chiamava stanza dello stupro“. Anche l’ex assistente di Manson, Ryan Brown, ha detto che la stanza era “di conoscenza comune” e che “tutti sapevano che era chiamata la stanza delle ragazze cattive”.
MARILYN MANSON E LA BAD GIRLS’ ROOM: “ERA LA SUA TANA PERFETTA”
Come sottolinea ancora “The Independent”, anche Ashley Walters, un’altra ex assistente di Marilyn Manson che lo ha accusato di violenza sessuale, ha riferito che era sua abitudine parlare dell’esistenza della Bad Girls’ Room. Addirittura, pare che l’uomo l’avrebbe mostrata a un giornalista durante un’intervista concessa a “V Magazine”, sulle cui colonne la casa è stata descritta come “una tana perfetta: uno studio di registrazione, una camera da letto con una ‘Bad Girls’ Room’ (un recinto di vetro insonorizzato con serratura) e uno spazio enorme e oscurato che funge da cinema, bar, studio d’arte”.
Il musicista (all’anagrafe Brian Warner) è stato accusato di stupro e aggressione sessuale anche dall’ex compagna Evan Rachel Wood e dall’attrice di Game of Thrones Esmé Bianco. Manson ha respinto al mittente tutte le accuse e ha precisato che tutte queste donne “stanno cercando disperatamente di confondere l’immaginario e l’arte del personaggio scenico ‘choc rock’, Marilyn Manson, con racconti inventati di abusi”.