Aveva destato non poche stupore l’articolo di Francesco Merlo negli scorsi giorni su Repubblica in merito al rapporto tra alcuni grandi leader politici e le figlie cosiddette “guardiane”: da Craxi fino a Berlusconi, la tesi centrale del giornalista di Rep è che davanti all’amore per un padre spesso non ci si rende conto di divenire “ciechi” davanti ad errori ed orrori. Nello specifico, l’editoriale puntava «occhiute e cocciute figlie-guardiane che rischiano di impedire o solo di rallentare la verità storica su uomini che appartengono all’ Italia e non a loro». Ecco, nei giorni del ventennale della morte di Bettino Craxi, a difendere direttamente Stefania Craxi e pure se stessa interviene la plenipotenziaria di Fininvest e Mondadori, Marina Berlusconi: in una lettera odierna a Repubblica, la figlia del leader di Forza Italia replica punto su punto a Francesco Merlo senza risparmiare nulla, «Naturalmente non posso che parlare per me, anche se apprezzo le battaglie di almeno alcune delle donne citate, a cominciare da Stefania Craxi. La cui instancabile attività a tutela della memoria del padre mi pare abbia un ruolo di primo piano nella riconsiderazione del giudizio su Bettino Craxi cui (era ora) stiamo assistendo». Per Marina la tesi di Merlo non solo è sbagliata ma “connaturata” di odio: «è sicuro Merlo che l’ amore di una figlia accechi più dell’odio a testa bassa dell’avversario politico? Lo ripeto, sto parlando per me. Ma conoscendo molto da vicino mio padre, l’ uomo che è, l’ energia e la generosità con cui ha affrontato i problemi del Paese, conoscendo tutto questo ho potuto soppesare bene, senza mi pare eccessive miopie, quanto assurdi fossero e siano gli attacchi contro di lui, quanto lontane dal vero le valutazioni sul suo agire politico, quanto persecutorie e strumentali certe inchieste della magistratura».
MARINA BERLUSCONI “STRONCA” MERLO
Le forti critiche riservate da Merlo sul rapporto di stretta vicinanza giocato da Stefania Craxi e – pure in maniera diversa – Marina Berlusconi vanno ad esporre una credenza radicata nell’editorialista di Repubblica sulla natura malevola delle azioni politiche di quei due statisti e politici che hanno segnato il recente passato della politica italiana. La primogenita di Berlusconi però non ci sta e contesta il tutto ancora nella sua lettera: «Silvio Berlusconi non ha bisogno di me per reagire a queste manovre, lo ha fatto e lo fa continuando a battersi come un leone. Altro che Anchise sulle spalle di Enea! Ma da figlia non posso non ribellarmi di fronte a tanta infamia, a tanta menzogna. E non credo, per usare le parole di Merlo, che il mio comportamento rischi di impedire o solo di rallentare la verità storica». Nella parte finale della sua dura reprimenda a Merlo e alla tesi di Repubblica, Marina Berlusconi ribadisce come il desiderio che la anima è l’esatto opposto di quanto va dicendo il giornalista nel suo editoriale: «dare il mio piccolo, piccolissimo contributo perché la verità storica cominci finalmente ad essere letta senza le lenti deformanti del pregiudizio e dell’ odio. Devo dire che, al di là delle figlie guardiane, certi giudizi politici mi pare inizino a riscoprire un poco di obiettività, mi pare che a fronte di un desolante presente anche molti avversari inizino a rendersi conto dei meriti di chi da più di vent’ anni si impegna per cercare di migliorare le cose in questo Paese. Dopo tanti veleni, sarebbe un bel passo avanti».