Marina Calderone, ministro del lavoro e delle politiche sociali nel governo Meloni, a Porta a Porta parla dei nuovi sussidi e delle misure a sostegno del lavoro. Rispetto al Reddito di Cittadinanza, non ci sarà una spesa minore: “L’assegno di inclusione non è una questione di risparmio ma di meglio dimensionare le esigenze. Abbiamo introdotto una riforma con l’obiettivo di individuare interventi e strumenti per facilitare la qualificazione, l’accompagnamento al lavoro, le politiche attive. Dall’altra parte abbiamo sempre detto di non voler lasciare indietro chi è in situazioni di difficoltà. Il 1 di maggio il decreto aveva in condizione di occupabilità, ossia 18-59 anni, 404.000 persone. Con la conversione in legge abbiamo fatto un ulteriore intervento per inserire altre categorie di soggetti che consideriamo fragili come le donne vittime di violenza o chi ha altre patologie o problemi di dipendenza. Abbiamo ridimensionato la platea degli occupabili a 259.000 soggetti”.



Il ministro del lavoro prosegue: “I dati Istat di questi giorni ci dicono che sta tirando il lavoro. Sono numeri interessanti frutto anche delle politiche che il Governo ha messo in campo che ha una molla importante, che non toglie assistenza a chi ha bisogno di aiuto. Il nostro focus deve essere quello di portare a lavoro più persone possibile. Crescono i contratti a tempo indeterminato“. “Ci dicevano che i rapporti di lavoro sarebbero stati più fragili ma così non è. L’intervento fatto era per dare maggiore dinamicità alla contrattazione collettiva e la conoscenza che le parte sociali hanno del mondo del lavoro. Non volevamo promuovere l’uso improprio dei contratti a tempo determinato“.



Calderone: “La spinta del lavoro c’è e sta funzionando”

Marina Calderone, ministro del lavoro e delle politiche sociali nel governo Meloni, prosegue: “Dobbiamo guardare come sta funzionando il supporto per la formazione del lavoro. Il 1 settembre 2023 aspettavo 249.000 potenziali domande ma a oggi ne abbiamo 155.000 e 4.000 sono di ex redditizi in condizione di occupabilità. La spinta del lavoro c’è e sta funzionando. Io sono abituata a leggere i numeri con razionalità. La bomba sociale può esplodere nel momento in cui non c’è un livello di protezione che sia ampio. Quando dico che le platee sono ben dimensionate, vuol dire che siamo in grado di intervenire. Sono circa 11.000 i soggetti che hanno fatto la domanda e sono entrati in piattaforma, trovando un lavoro“.



Riguardo alla sicurezza del fatto che sussidi e aiuti vadano a chi ne ha davvero bisogno, possedendo i corretti requisiti, Calderone spiega a Porta a Porta: “Noi ci proteggiamo con una piattaforma che ha in sé una serie di collegamenti con le banche date. È un sistema molto complesso. Non abbiamo creato un sistema solamente per processare le domande, ma abbiamo messo insieme tutti i soggetti che detengono informazioni importanti per tutelarci anche dalle situazioni di abuso. A oggi sono state presentate 476.000 domande di Adi e il 7 di gennaio erano 450.000: il pagamento sarà relativo a tutte le domande che hanno superato i controlli che facciamo preventivamente sulle informazioni che abbiamo. Esistono poi controlli che andiamo a fare con il personale ispettivo, la guardia di finanza e così via. L’obiettivo non è di risparmiare ma di spendere bene”.