Ci sono le condizioni per evitare la bomba sociale, è sicura Marina Calderone. Intervistata da La Verità, la ministra del Lavoro ha messo da parte polemiche sterili e strumentali, ribadendo che l’obiettivo del governo è quello di tutelare le famiglie in difficoltà e dare a chi può lavorare gli strumenti per farlo: “Non offriamo un ‘lavoro di Stato’ inventando posti dove non ci sono, ma puntiamo a mettere a sistema opportunità concrete”.



L’1 settembre ha debuttato la piattaforma Siisl post-reddito di cittadinanza, definito dalla Calderone un nuovo sistema di sinergia pubblico e privato, una rete che fa dialogare le domande delle imprese, le misure di politica attiva e i corsi di formazione sfruttando l’innovazione digitale: “Al suo debutto online il nuovo sistema in meno di 24 ore, ha processato in tempo reale più di 12.000 domande e aveva già pubblicato oltre 50.000 corsi di formazione per una platea potenziale di 600.000 fruitori e circa 60.000 opportunità di lavoro”.



Il punto della ministra Calderone

La Calderone si è poi soffermata sul fallimento del reddito di cittadinanza, ponendo l’accento sull’errata impostazione delle politiche attive: “Il risultato è sotto gli occhi di tutti: 30 miliardi impegnati che non hanno sconfitto la povertà. Abbiamo vissuto per quattro anni in una bolla; ora si torna alla normalità. L’impegno di tutti deve essere quello di portare il maggior numero di persone al lavoro”. Poi una riflessione sui costi di vita diversi tra Nord e Sud: “Anche questo, come quello dei trattamenti retributivi, è un tema che va affrontato con un confronto con le parti sociali. Credo che uno spazio di discussione a questo proposito si possa aprire senza toccare necessariamente il diritto alla parità retributiva, ma intervenendo sulla contrattazione territoriale di secondo livello e su quella aziendale”.

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