Tra le figure più di spicco nell’attuale Governo presieduto da Giorgia Meloni figura certamente Marina Calderone, che con un passato da consulente lavorativa ha assunto il ruolo di Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, mettendo in campo tutta una serie di misure che stanno iniziando a dare i primi frutti. Misure e successi che rivendica sulle pagine del Messaggero, parlando anche delle novità messe in campo con il Decreto Coesione e di quello che intende fare in futuro, ma partendo da un dato: “Sono 2 miliardi e 800 milioni“, spiega Marina Calderone, “messi a disposizione per la parte lavoro del Decreto Coesione appena approvato”.



Soffermandosi poi sul mondo del lavoro e sui dati sull’occupazione, ricorda che secondo l’Istat quest’ultima è “in costante crescita. Siamo al nuovo record del 62,1%, pari a 425mila lavoratori in più rispetto all’anno scorso, col tasso più basso di disoccupazione da 16 anni”. Un risultato, confessa Marina Calderone, sicuramente in parte dovuto all’economia in crescita, ma anche – e torna alle rivendicazioni – alla fine del Reddito di cittadinanza, che come misura “si è dimostrato fallimentare”, e della politica “dei sussidi a pioggia privi di una strategia di politiche attive per il lavoro”.



Marina Calderone: “Sconti per chi assume giovani, donne e residenti del Sud”

Oltre ai dati sull’occupazione che premiano le scelte di Marina Calderone, la ministra si proietta verso il futuro e rilancia la sua idea da sempre messa in campo di far “crescere la buona occupazione: i contratti a tempo indeterminato, le nuove imprese, il lavoro autonomo e le libere professioni”. Ma rimangono alcuni ma, come la scarsa occupazione dei giovani, che imputa ai “troppi Neet“, delle donne e dei residenti in alcune aree del Mezzogiorno: per tutti e tre, spiega ancora Marina Calderone, verrà attivato uno sconto sul “costo del lavoro per le aziende che fanno assunzioni”.



Il futuro, poi, si misurerà anche attorno alla sfida per “gestire in modo efficace l’incrocio tra domanda e offerta di lavori”, per la quale tuttavia resta necessario “un solido coinvolgimento di tutti gli attori” a partire da datori e imprenditori. Infine, la ministra Marina Calderone chiude su un tema tra i più dibattuti degli ultimi mesi, ovvero il salario minimo, ricordando che “credo nel lavoro ben retribuito”, nel senso non solo di un buono stipendio ma anche, e soprattutto, dei “vantaggi che si possono ottenere attraverso la contrattazione integrativa aziendale” che secondo lei “può garantire le condizioni per cui il lavoro si possa definire dignitoso e di qualità“.