Con un passato interamente dedicato al mondo del lavoro e un’azione politica che negli ultimi (quasi) due anni di governo Meloni ha permesso di raggiungere soglie record nell’occupazione, gli italiani premiano tra i ministri più apprezzati Marina Calderone, tecnica entrata tra le file della maggioranza come indipendente, che dall’ottobre 2022 presiede il dicastero dedicato, appunto, al Lavoro e alle politiche sociali. A dare un’immagine piuttosto esaustiva del gradimento degli italiani è il più recente sondaggio condotto dal professor Roberto Baldassari per conto di AffariItaliani.it (con il supporto del LAB21.01), che posizione Marina Calderone al secondo posto, a pari merito con il collega (per lo Sport e i giovani) Andrea Abodi e appena sotto Giancarlo Giorgetti (Economia e finanza).
Il gradimento nei confronti dell’unica ministra in top 3 è del 52%, con una leggera variazione di 0,5 punti rispetto all’analogo sondaggio dello scorso dicembre, mentre Giorgetti (che è al primo posto) la distanzia di altrettanti 0,5 punti percentuali. Subito sotto a Marina Calderone e Abordi, poi, troviamo Matteo Salvini e da Antonio Tajani (al 51,5%) e, mentre Bernini, Piantedosi, Pichetto Fratin e Urso incassano il 51% delle preferenze, chiudono (al quinto posto) Crosetto, Nordio e Sangiuliano, con il 50,5% dei voti.
Le misure e i risultati ottenuti da Marina Calderone: cresce l’occupazione
Insomma, nonostante sia arrivata al governo come ‘outsider’, forse leggermente penalizzata rispetto ai colleghi più famosi, Marina Calderone è riuscita un poco meno di due anni a raccogliere il favore degli italiani: una conferma (in altre parole) dell’efficacia del suo lavoro politico, che si è concentrato attorno alla tutela dei lavoratori italiani e delle classi più svantaggiate. Sarda di nascita, dopo una laurea in Economia aziendale, si è dedicata fin da subito alle consulenze lavorative, diventando (nel 2005) presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro. Il nome di Marina Calderone, poi, è stato portato agli albori della cronaca dal governo di Matteo Renzi (che la scelse per il consiglio di Leonardo-Finmeccanica), fino alle elezioni del 2020.
Fin dai primi momenti della sua nomina, la ministra ha promesso (e promosso) un’ampia battaglia contro il Reddito di cittadinanza, ora trasformato nell’Assegno di inclusione, mettendo fine al problema dei fasi percettori che hanno sfruttato il sussidio, pur svolgendo un lavoro in nero a tempo pieno. Importanti, tra le tante misure messe in campo da Marina Calderone (secondo il sito della Camera è prima firmataria di ben 14 proposte diverse ed altrettante in concerto!), anche il Decreto anziani, o l’estensione dello status di “fragile” per le donne vittime di violenza che possono, ora, chiedere l’Assegno di inclusione; mentre ha lavorato anche a sostegno della sicurezza sul lavoro, sia in termini generali, che nel contesto dell’alternanza scuola-lavoro.
Così, tra una misura e l’altra, Marina Calderone è riuscita a risollevare una curva (quella dell’occupazione) che per anni aveva puntato verso il basso: l’Eurostat, infatti, il mese scorso ha stimato che in Italia lavorano il 66,3% delle persone tra i 20 e il 64 anni, ovvero l’1,3% in più del 2022. Ancor più importante, invece, è la variazione nell’occupazione femminile, che è salita al 62% rispetto al 55 dello scorso anno, mentre la ministra ha promesso di aumentarla ulteriormente.