Marina Casini Bandini, la presidentessa del Movimento per la vita, da tempo si batte affinché la legge sull’aborto (22 maggio 1978, n. 194) venga riformata con l’obiettivo di difendere i diritti dei nascituri. “Ma per cambiarla – ha sottolineato nel corso di un’intervista a Famiglia Cristiana – bisogna prima cambiare la cultura. È necessaria la consapevolezza collettiva che il figlio appena concepito è uno di noi, un essere umano, un soggetto, un uguale in dignità e diritti. Così salviamo vite umane, consolidiamo il coraggio delle donne e ci avviciniamo al cambiamento”.



La legge attualmente in vigore, secondo la attivista pro-vita, è figlia di un “complesso contesto”, tra le manifestazioni per l’emancipazione della donna e la sentenza statunitense “Roe vs Wade” di recente rovesciata. “Il terrorismo teneva sotto scacco lo Stato e le istituzioni. Nello stesso tempo i radicali all’indomani del referendum sul divorzio cominciarono a premere, con menzogne e strumentalizzazioni, per introdurre la libertà di aborto attraverso un referendum. Il Parlamento si sbrigò ad approvare la legge 194 che riprende la sentenza statunitense nella disciplina tripartita dell’interruzione volontaria della gravidanza”, ha ricordato.



Marina Casini Bandini su aborto: gli aspetti non applicati della legge

La legge sull’aborto in vigore in Italia, secondo Marina Carini Bandini, ha una tenute “preferenza per la nascita”, ma questa tendenza non viene applicata. Alcuni aspetti vengono trascurati nella pratica ed anche nell’analisi del fenomeno da parte del Governo. “Ai sensi dell’art. 2 uno dei compiti dei consultori è quello di mettere in atto degli interventi speciali per aiutare le mamme a portare avanti le gravidanze. Solitamente invece quando una donna si rivolge a un consultorio perché di fronte a una gravidanza difficile o non attesa, le viene dato quasi in automatico il documento per accedere all’aborto. È vero che la legge prescrive che venga fatto un colloquio, offerte alternative, proposte soluzioni per rimuovere le cause, ma non sono previsti riscontri a tutto questo e di fatto il clima è quello di assuefazione”, ha evidenziato nel corso dell’intervista a Famiglia Cristiana.

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