Pittrice, disegnatrice e instancabile sognatrice. Parliamo di Marina Comandini, illustre creativa che per anni ha prestato il suo estro artistico ad importanti associazioni ambientaliste, tra fumetti, racconti, murales, illustrazioni, quadri e disegni. E’ stata sposata con Andrea Pazienza, artista scomparso alla fine degli anni ottanta, con cui Marina ha condiviso un pezzo di strada estremamente importante. Si incontrarono per la prima volta a Roma, grazie ad un amico comune.



“E da quella volta non ci siamo più lasciati. Nei tre giorni seguenti abbiamo girato la città, ci siamo scordati di ogni cosa. Un colpo di fulmine”, ricorda entusiasta lei in una bella intervista rilasciata sulle pagine del Corriere della Sera. “Ricordo tutto. Era il 1985. Si presentò alla guida di un Alfa 33 color beigiolino, terribile, presa al volo un anno prima da un concessionario di Bologna per far colpo su Betta che era stata per molto tempo la sua fidanzata e da poco non lo era più”, l’aneddoto della Comandini.



Marina Comandini, i viaggi con il marito Andrea e il matrimonio: “Ci teneva molto e poi…”

La voglia di viversi, di conoscersi e di intraprendere nuove avventure insieme prese presto il sopravvento. E i due artisti, infatti, ne hanno vissute di tutti i colori, come quelli magnifici del Brasile. “Nel 1988 con Andrea, il suo ultimo viaggio. Due mesi indimenticabili tra Rio e Armação dos Búzios, un paesino che ricorda il Mediterraneo, senza l’onda oceanica ma con un promontorio pieno di baie”. Si sposarono in toscana, in una graziosa location affacciata su Montepulciano.



“Ci sposammo in Chiesa, una scelta di Andrea, che ci teneva molto perché era cattolico. Nemmeno a farlo apposta era il santuario che si vedeva dalle case dove abitavamo, un segno”, ricorda la Comandini. Dall’amore per Pazienza a quello per i personaggi a cui Andrea diede vita, come Zanardi e Pentothal. “Andrea aveva la capacità di essere non solo elegiaco ma critico”, ricorda Marina Comandini.