Il delitto di Marina Lepre, vittima acclarata del Mostro di Udine, sarà al centro delle ricostruzioni della docu-fiction dedicata all’attività criminale del mostro che tra gli anni ’70 e ’90 ha terrorizzato il Friuli. Sulla vicenda, da oltre vent’anni, Fedra Peruch, figlia della vittima, combatte con tenacia: vuole sapere ciò che è accaduto quella notte del 1989, quando sua madre, insegnante di 40 anni, non è rientrata a casa. Fedra, all’epoca dei fatti, aveva soltanto nove anni e, per proteggerla dalla verità sull’accaduto, i suoi nonni decisero di raccontarle una bugia: “Mia madre non era stata vittima di un incidente stradale, come mi aveva sempre detto il nonno per senso di protezione”; solo nel 1997 Fedra, ormai adulta, scopre dal procuratore di Udine tutta la verità: “Era stata uccisa – racconta la figlia di Marina Lepre a Il Corriere della Sera – E stavano archiviando l’unico indagato per il suo delitto”.



Le anomalie del delitto di Marina Lepre

Era il 26 febbraio del 1989: Marina Lepre, insegnante 40 enne, stava rientrando a casa da sua figlia, momentaneamente affidata ai nonni. Il suo destino ha incrociato però quello del Mostro di Udine, che, come il Mostro di Firenze con le coppiette, in quegli anni terrorizzava le periferie della città uccidendo ignare prostitute. Ma Marina Lepre non lavorava sulla strada: quella sera stava semplicemente rientrando a casa da sua figlia. Su di lei, tuttavia, si è abbattuto lo stesso destino di altre quattro donne, tutte con un passato di prostituzione o dipendenti da droghe. Il suo corpo, strangolato, è stato ritrovato senza vita sul greto di un torrente nella periferia della città. Per questo e per altri omicidi, si legge sul Corriere.it, è stato indagato un medico locale, deceduto nel 2006, ma uscito dalle indagini per mancanza di prove.



“Marina Lepre era solo una persona debole con problemi di depressione”

Fedra Peruch, figlia di Marina Lepre e da oltre 20 anni alla ricerca della verità su quanto accaduto quella notte di trent’anni fa, conferma che sua madre, al contrario delle altre vittime del Mostro di Udine, non era una prostituta. “Hanno scritto di tutto ma era solo una persona debole con problemi di depressione dopo la separazione da mio papà – spiega la Peruch a IlCorriere.it – Io ricordo che, nonostante le cattive condizioni di salute, mi faceva sempre stare bene”. L’omicidio della Lepre, rispetto a quelli delle altre vittime, presenta però un’anomalia: sua figlia Fedra ha infatti scoperto nel 2006 che il mazzo di chiavi rinvenuto dalle forze dell’ordine nel palmo della mano di sua madre non apparteneva alla sua famiglia. “Hanno così ripreso a indagare ma poi, non trovando il proprietario delle chiavi, hanno archiviato”, spiega la Peruch.

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