Per la Marina Militare il rischio di contaminazione da amianto per gli equipaggi imbarcati sulle navi è cessato il 31 dicembre 1995, quindi 24 anni fa. Per lo Stato le navi sono ancora imbottite di amianto, infatti ha richiesto una bonifica massiccia, con un costo di 54 milioni di euro fino al 2030. Come riportato dal Fatto Quotidiano, serviranno per intervenire su 136 navi ancora in servizio che contengono l’amianto nei punti più disparati: impianti elettrici, caldaie, dormitori, infermerie, sale mensa e magazzini, ad esempio. Questa virata è stata voluta dal Movimento 5 Stelle, che ha spinto per inserire nella legge di Bilancio un emendamento che stanzia 12 milioni di euro per attrezzare i primi cantieri nei prossimi tre anni. La spesa del decennio però è di molto superiore. Spetta ora al ministro della Difesa Lorenzo Guerini definire con un decreto le priorità di intervento per le navi militari da bonificare. Ci sarà quindi un documento ufficiale che certificherà lo stato dei bisogni e i rischi per gli equipaggi.



MARINA MILITARE, 136 NAVI CON AMIANTO “12 MILIONI PER BONIFICA SONO POCHI”

L’avvocato Ezio Bonanni, presidente di ONA (Osservatorio nazionale amianto), ha commentato spiegando che lo Stato sta correndo tardi ai ripari con la legge per la bonifica. In un comunicato parla di 570 casi di mesotelioma fino al 2015, almeno 2000 morti per amianto. «La Marina Militare, dopo decenni di silenzi e di parziali ammissioni, ammette che ben 136 unità navali ancora in servizio contengono amianto nei punti più disparati». Di queste, ha spiegato l’avvocato Bonanni, «45 sono dislocate nella sede di Taranto, 60 in quella di La Spezia e 31 nella sede di Augusta, in provincia di Siracusa». Inoltre, ha spiegato che i 12 milioni di euro sopraccitati saranno usati per avviare il processo di bonifica di circa 30 unità navali. «Quindi ne rimarranno in servizio ancora un centinaio con l’amianto a bordo». E questo perché l’ammontare complessivo per la bonifica integrare ammonta a circa 54 milioni di euro. Quindi questi 12 milioni di euro «sono insufficienti, una goccia nell’oceano rispetto alla condizione di rischio effettiva nelle Forze Armate». Infine un appello: «Se l’unità navale è piena di amianto bisogna chiuderla e preservare la salute dei militari che non possono essere mandati a lavorare in condizioni di rischio».

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