Il giornalista di Repubblica, Gianluca Di Feo, esperto di politica internazionale, è stato intervistato stamane in collegamento con il programma di Rai Uno, Uno Mattina. Si è parlato della situazione geopolitica a cominciare dalla decisione della marina degli Stati Uniti di ritirare le sue navi militari dal mar Mediterraneo, tornando allo schieramento al 2021. Come mai questa mossa che sembra una dismissione? Di Feo precisa: “Le priorità degli Stati Uniti sono altrove, ovvero nell’indopacifico (dove sono in corso da mesi le tensioni fra Taiwan e Cina, senza dimenticarsi della vicenda della Corea del Nord ndr) e anche gli Stati Uniti hanno tagliato negli ultimi anni le spese per gli armamenti che dovevano servire per le guerre convenzionali, oggi non sono in grado di gestire un impegno lungo su più fronti, hanno quindi richiamato in patria le navi che erano nel mar Mediterrano anche perchè le portaerei sono vecchie e prevedono manutenzione molto costose”.



Cosa deve fare quindi l’Unione Europea alla luce di questo ritiro? Gianluca Di Feo precisa: “Dobbiamo prendere atto della necessità di farci carico della nostra difesa, nel mondo di oggi dovrebbe scattare l’attenzione verso la Difesa europea, i paesi come Italia, Francia, Spagna, Portogallo… devono mettere insieme i loro mezzi per garantire un’attenzione maggiore alle acque del Mediterraneo da cui deriva la nostra economica, leggasi il gas e trasporti marittimi”.



MARINA USA VIA DAL MEDITERRANEO: “SE VENISSE ELETTO TRUMP…”

E una nuova “minaccia” al Mediterraneo ma soprattutto all’Europa potrebbe arrivare da un’eventuale elezione di Donald Trump, che a novembre sfiderà Biden per riprendersi il ruolo dei presidente degli Stati Uniti: “Trump chiede un disimpegno ancora più radicale – dice Di Feo – la scelta di ridurre le portaerei deriva già dalla presidenza Obama ma Trump vuole un disimpegno per uscire dalla Nato e che tutti i paesi europei si facciano carico della difesa dell’Europa il che significherebbe superare la soglia di investimenti militari del 2 per cento del Pil che viene data alla Nato. Trump rappresenterebbe una vera rivoluzione per la difesa europea anche perchè quella di oggi è una situazione delicata per tutti gli scenari nefasti che noi conosciamo”.

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